Bud Spencer, i funerali a Roma
ma ci sarà il gonfalone di Napoli

Bud Spencer, i funerali a Roma ma ci sarà il gonfalone di Napoli
Mercoledì 29 Giugno 2016, 09:15 - Ultimo agg. 18:43
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Ci sarà anche il gonfalone della Città di Napoli a Roma, nella camera ardente allestita oggi dalle 10 in Campidoglio e poi domani ai funerali, alle 12 nella chiesa degli Artisti in piazza del Popolo, di Bud Spencer. Lo ha voluto il sindaco che ieri mattina ha ricordato con un commosso messaggio su Facebook il popolare attore napoletano.

La decisione della sala ardente è stata presa, in accordo con la famiglia, dalla neosindaca Virginia Raggi, che ha dato l'annuncio su Twitter: ««Addio #BudSpencer, ti ricordiamo tutti con il sorriso. Lo faremo anche domani, in Campidoglio, nella sala Protomoteca».

Le televisioni, intanto, continuano a mettere mano ai propri palinsesti per ricordare l'attore: dopo gli omaggi di ieri, in corsa, sulle tre reti Rai, Raimovie dedicherà al gigante buono del cinema italiano lo spazio delle 19.10 fino a sabato oggi è in programma «Piedone lo sbirro», domani «Piedone a Hong Kong», venerdì «Piedone l'Africano» e sabato «Piedone d'Egitto».

Sul versante Mediaset, il tributo è iniziato su Retequattro e continua oggi domani su Canale 5 che trasmetterà in prima serata il classico «Lo chiamavano Trinità» (1970). La pellicola divenuta bandiera del genere «fagioli western» è considerato un cult pluri-generazionale. Infine, lunedì 4 luglio, Iris ha organizzato una maratona cinematografica proponendo, dalle 17, in sequenza «Un piede in Paradiso», «Si può fare amigo» (ore 19), «La collina degli stivali» (21) e «Cane e gatto» (23).

Tra i tanti omaggi, dal premier Renzi all'amico e collega Lino Banfi, il ricordo toccante di Walter Patriarca, scenografo, costumista e pittore, con al suo attivo una settantina di pellicole, che in diversi film ha disegnato i costumi per l'attore e le scenografie in cui si muoveva, spesso spaccando tutto per esigenze di copione: «Era un uomo speciale: era alto circa un metro e 95, pesava fra i 125 ed i 130 chili ma in quella mole immensa nascondeva un'anima gentile. Per Patriarca la fisicità che caratterizzava le interpretazioni cinematografiche di Pedersoli era lontana dal suo carattere: «Non era imbarazzato dalle sue dimensioni, non mi ha mai chiesto di realizzare per lui costumi che lo smagrissero, gli piaceva il suo aspetto che era una cosa unica con il suo personaggio e poi gli piaceva mangiare: quando si lavorava all'esterno degli studi lui era seguito ovunque da un maxi camper che ospitava anche la sua sarta e cuoca. Tutta la troupe mangiava il cestino, lui mangiava cucinato. Ma non bisogna pensare che fosse solo un grosso uomo, era un grand'uomo
l.g.