Uno strano "portale" nello spazio: l'avvistamento di Hubble che preoccupa la comunità scientifica

Uno strano "portale" nello spazio: l'avvistamento di Hubble che preoccupa la comunità scientifica
Giovedì 14 Aprile 2016, 14:14 - Ultimo agg. 15 Aprile, 12:39
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L'universo si sta espandendo a una velocità maggiore del previsto e la scoperta, se confermata, potrebbe far riscrivere le leggi della cosmologia. La misura infatti è incompatibile con quella fornita dalla radiazione lasciata dal Big Bang e la discrepanza potrebbe essere la prova che l'energia oscura, il motore che fa espandere l'universo e che lo occupa per il 70%, è diventata sempre più intensa. La misura è stata ottenuta dal gruppo coordinato da uno dei ricercatori che hanno scoperto questa misteriosa forma di energia, il Nobel per la fisica Adam Riess, della Johns Hopkins University di Baltimora.

Nello studio, pubblicato sul sito ArXiv, i ricercatori dimostrano che l'universo si sta espandendo a una velocità maggiore dell'8% rispetto a quella prevista dalle attuali teorie. Se il dato fosse confermato, secondo Marco Pallavicini, presidente della commissione di fisica astroparticellare dell'Istituto di Fisica Nucleare (Infn), potrebbe significare che «la fisica dell'energia oscura è più complessa di quanto immaginato e che il modello standard cosmologico è troppo semplificato, manca qualche ingrediente». Per gli autori l'incompatibilità delle due misure potrebbe avere due spiegazioni: o che l'intensità dell'energia oscura è aumentata nel tempo, oppure che le particelle che costituiscono la materia oscura (che compone il 25% del cosmo) hanno proprietà diverse da quelle immaginate finora.

Le teorie attuali prevedono infatti che l'Universo si evolve per l'azione della materia oscura e dell'energia oscura. Se la gravità esercitata dalla prima tende a rallentare il processo di l'espansione, l'energia oscura tende a farla accelerare. «Credo che ci sia qualcosa nel modello cosmologico standard che non comprendiamo» rileva Riess. Le sue ricerche finora suggerivano che l'intensità dell'energia oscura sia stata costante per tutta la storia dell'Universo. Gran parte delle conoscenze attuali sull'espansione dell'universo derivano dalla radiazione fossile lasciata dal Big Bang, chiamata radiazione cosmica di fondo, e dalla sua mappa realizzata dal satellite Planck dell'Agenzia Spaziale Europea, che ha ritratto l'universo quando aveva solo 400.000 anni.

Sulla base delle misure di Planck i cosmologi hanno avuto gli elementi per prevedere l'evoluzione dell'universo giovane e la velocità della sua espansione, chiamata costante di Hubble.
Proprio questa costante è stata ricalcolata dai ricercatori guidati da Riess, osservando la velocità con cui 18 galassie si allontanano dalla Via Lattea. La cosmologia, sottolinea Pallavicini, è una scienza giovanissima e scoperte come questa aggiungono un tassello e poco alla volta, probabilmente nell'arco di decenni, si comporrà l'intero quadro che permetterà di comprendere i meccanismi dell'universo. Inoltre, aggiunge, bisogna considerare che «materia oscura ed energia oscura sono due parole che usiamo per spiegare degli effetti, da un lato l'accelerazione dell'espansione dell'universo e dall'altro gli effetti gravitazionali sulla materia visibile, ma non sappiamo ancora cosa siano».
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