Città del Vaticano – Il Parlamento Europeo condanna la sentenza del Tribunale costituzionale polacco che impone un divieto pressoché assoluto all'aborto: «mette a repentaglio la salute e la vita delle donne». L'Europa torna così a chiedere al governo di Varsavia, con una relazione approvata stamattina con 373 voti a favore, 124 contrari e 55 astenuti, di garantire pienamente l'accesso a servizi di aborto sicuri, legali e gratuiti alle donne. La relazione sottolinea che la sentenza sull'aborto e' un ulteriore esempio «della politicizzazione della magistratura polacca e del collasso sistemico dello Stato di diritto in Polonia», e invita il Consiglio Ue ad affrontare la questione. La condanna europea non potrà essere che ulteriore fonte di lacerazioni tra i cattolici polacchi. La Chiesa del paese che diede i natali a Papa Wojtyla è profondamente segnata dagli scandali relativi alla pedofilia, e da scontri di natura etica.
Alcuni mesi fa l’arcivescovo Stanisław Gądecki aveva tuonato contro la risoluzione del Parlamento Europeo che aveva accolto il rapporto pro-aborto dell'europarlamentare croato Matić.
L'irrigidimento relativo alla legge sull'aborto sta producendo conflitti intestini alla Chiesa. Nei mesi scorsi si sono registrati in diversi centri della Polonia manifestazioni di massa di cattolici davanti alle chiese per protestare contro la linea abortista dei vescovi. Nel frattempo l'Iskk, Istituto di statistica della Chiesa cattolica polacca, ha evidenziato il trend di apostasia, soprattutto tra giovani: appena il 9-9,2 percento dei giovani polacchi afferma di credere nella Chiesa o di averne un'opinione positiva in un Paese cattolico al 76 percento.