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Non poteva guidare per problemi di droga ed alcol. Aveva litigato con la compagna e dormiva nell'auto che sabato pomeriggio ha invaso la corsia di marcia lungo la Ss 18 nei pressi di Capaccio Paestum prendendo in pieno la moto guidata da Cosimo Spagnuolo con in sella la moglie Rossana Arena, spezzando per sempre i loro sogni di vita insieme.
Un impatto violentissimo che non ha dato scampo ai tre. Ieri mattina infatti è deceduto anche Gerardo Iacovazzo, 49 anni, di Vallo della Lucania, conducente della Fiat Punto coinvolta nello scontro. Iacovazzo era stato trasferito in condizioni critiche all'ospedale "Ruggi" di Salerno tramite elisoccorso e sottoposto a un delicato intervento chirurgico d'urgenza. Lì è stato accertato che l'uomo si era messo alla guida sotto l'effetto dell'alcol.
Era al volante dell'auto della moglie, nonostante non disponesse della patente di guida, sospesa tempo fa per possesso di stupefacenti. Le testimonianza raccolte dai carabinieri raccontano che l'uomo prima dell'impatto zigzagava con la sua Punto. E monta lo sconforto nella cittadina del Sabato. «C'è tanta rabbia rimarca subito il sindaco Paolo Spagnuolo -. Una coppia di concittadini modello perché molto rispettosi dei ruoli. Nonostante il loro essere cosi discreti, mi ha fatto enormemente piacere aver rilevato che avessero tantissimi amici e conoscenti. Erano estremamente positivi e solari. Fa rabbia la scomparsa di due giovani per un incidente stradale. Perché è un fatto che accetti a mala pena. Sapere poi, come stanno rilevando le forze dell'ordine intervenute sul posto, che la persona contro cui è avvenuto l'urto non doveva guidare, gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza sotto l'effetto di alcol e stupefacenti.
La fascia tricolore, avvertita dai carabinieri della locale stazione poco dopo l'incidente spiega: «Ho sperato che non fosse vero, lui molto inserito in città mentre la moglie nata qui con la famiglia Arena conosciuta e stimata, il dispiacere è stato grosso». Una città che ieri si è stretta attorno alle due famiglie in questo momento di grande dolore. Le salme nella tarda mattinata di ieri sono giunte presso la camera mortuaria di Torrette di Mercogliano. Qui in tanti si sono recati per esprimere affetto e una parola di conforto per il padre di Cosimo, Antonio, la madre Anna Russo, il figlio Francesco, il fratello Francesco a cui è toccato il difficile compito di riconoscere la salma, la sorella Lucia e i parenti di Rossana con il padre Carlo, la madre Pietra Paola Di Franco, il fratello Alessandro.
Le esequie si terranno questo pomeriggio nella chiesa madre di Sant'Ippolisto Martire di Atripalda, dove alle ore 16.30, sarà celebrato il rito funebre.
«Raccolgo lo sgomento di tutta la comunità cristiana con la quale oggi celebrerò la liturgia esequiale per Cosimo e Rossana commenta il parroco don Luca Monti -. Il discreto segno del cero pasquale acceso sarà più eloquente di mille parole: per chi crede non è una candela benedetta ma la presenza stessa di Gesù Risorto. La sua luce fende le tenebre fitte dell'angoscia e del dolore in cui oggi si sentono i familiari dei nostri cari Cosimo e Rossana. Allo stesso tempo è un forte monito per la nostra coscienza: se nel dolore ci chiediamo dov'è Dio, Egli stesso si chiede dove sia l'uomo quando senza prudenza provoca la morte di gente innocente per le sue manie di strafottenza. In strada e in ogni ambito della vita civile».
Cosimo era dipendente dell'azienda vitivinicola "Mastroberardino". Era addetto alla cantina. E ieri il professore Piero Mastroberardino ha voluto ricordare con un post il dipendente «Una persona buona, per bene. Un lavoratore scrupoloso, instancabile. Nonostante le traversie, non ha mai spento il sorriso in volto. Un abbraccio. Di cuore». Quindici anni fa Cosimo aveva avuto un altro incidente grave in moto. Ma ce l'aveva fatta, con il sorriso di sempre sul volto. Questa volta un destino avverso lo ha sottratto insieme alla moglie per sempre ai suoi cari.
Il Mattino