Avellino, buco nel muro del carcere i due evasi calandosi con le lenzuola

Avellino, buco nel muro del carcere i due evasi calandosi con le lenzuola
Due uomini in fuga nelle campagne irpine dalla mezzanotte di lunedì. Da quando, aprendosi un varco nelle mura del carcere di Bellizzi, letteralmente togliendo mattone su...

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Due uomini in fuga nelle campagne irpine dalla mezzanotte di lunedì. Da quando, aprendosi un varco nelle mura del carcere di Bellizzi, letteralmente togliendo mattone su mattone, e lanciando una corda con un gancio per superare la doppia barriera della recinzione, sono riusciti a guadagnare l'aperta campagna. La fuga da un padiglione al primo piano dal quale si sono calati con il classico lenzuolo annodato. Da ieri notte cani molecolari e lo Squadrone dei Carabinieri Cacciatori Puglia giunto in elicottero dal Gargano sono impegnati insieme agli uomini del Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria nella caccia ai due in fuga. Si tratta del romeno Florin Mocian, 23 anni, che stava scontando una pena che scadeva nel 2028, per concorso in omicidio. Con lui un 40enne marocchino, Hassin Kilifi, di Marrackesh, che deve rispondere di traffico droga e la cui pena scade nel 2032. Quest'ultimo era finito in un'inchiesta della procura di Bolzano per reati di spaccio e prostituzione minorile. Ma era coinvolto anche in una rete internazionale di traffico di droga che la Dda di Bolzano aveva ritenuto in qualche maniera connessa ad attività collaterali a gruppi terroristici internazionali (ma non aveva alcuna condanna per tali reati ma era sottoposto ad Avellino ad un regime particolare di sorveglianza).

Un altro detenuto, di nazionalità albanese, è stato invece bloccato dagli agenti della Polizia penitenziaria nell'intercinta del carcere. È stato necessario per un assistente capo esplodere alcuni colpi di pistola a scopo intimidatorio per fermare la sua fuga. Un quarto detenuto che condivideva la cella con gli altri tre, avrebbe rinunciato all'ultimo momento restando nel reparto penale. Non è chiaro se ci fosse una vettura ad attendere i due all'esterno o se invece si siano impossessati di una vettura trovata successivamente ad una ventina di chilometri dal carcere, a Luogosano, in Alta Irpinia. Le telecamere li hanno individuati mentre fuggivano verso l'abitato del quartiere di Bellizzi di Avellino, le indagini sono indirizzate nell'hinterland del capoluogo irpino. Le avverse condizioni del tempo, nella notte di lunedì ha nevicato in Irpinia e le temperature sono scese sotto lo zero, avrebbero comunque reso difficoltoso qualsiasi tentativo di fuggire a piedi. La scoperta quasi immediata della fuga, non è stata comunque utile a rintracciare i fuggiaschi.

La fuga da Bellizzi assomiglia in tutto e per tutto a un'altra clamorosa evasione avvenuta nel 2012 dal carcere quando in quattro riuscirono a fuggire appunto rimuovendo mattone per mattone da un muro perimetrale del secondo piano e calandosi con un lenzuolo. Anche in quel caso il lavoro avvenne in più giorni consecutivi e i mattoni venivano riposizionati man mano che si procedeva con il varco. Gli stessi protagonisti di quella fuga sono ancora rinchiusi a Bellizzi, e quella loro esperienza potrebbe essere stata trasmessa a chi ci ha provato l'altra notte. «Da qual carcere non scappa soltanto chi non ci prova - dice Emilio Fattorello, dirigente del Sappe, l'organizzazione sindacale della polizia penitenziaria - per questo chiediamo le dimissioni del ministro Cartabia. Non è pensabile che quei due ora in fuga, con una pena passata in giudicato fossero detenuti a Bellizzi e non in un penitenziario che sarebbe la loro destinazione propria. Né tantomeno possiamo accettare che si discuta di alleggerimenti delle condizioni di detenzione dopo i fatti pur esecrabili di Santa Maria Capua Vetere. A Bellizzi c'è poco personale, nemmeno dieci nei colleghi nei turni di notte, per cinquecento detenuti». Aggiunge il segretario del Sappe Donato Capece: «Un errore aver tolto la vigilanza dalle torrette perimetrali». L'allarme è scattato dopo la mezzanotte di lunedì e subito dopo carabinieri e polizia hanno istituito numerosi posti di blocco in tutta la regione e controllato a tappeto treni e mezzi di trasporto. Vigilati anche gli accessi autostradali. Le indagini sono condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale guidati dal colonnello Luigi Bramati e coordinate dalla Procura delle Repubblica, diretta da Domenico Airoma.

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Il Mattino