Bilancio da brividi in Comune: Avellino sull'orlo del dissesto

Bilancio da brividi in Comune: Avellino sull'orlo del dissesto
Il Comune di Avellino è a un passo dal dissesto. I numeri del rendiconto della gestione dell'anno 2017 redatto dal commissario ad acta, Mario Tommasino, ora lo...

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Il Comune di Avellino è a un passo dal dissesto. I numeri del rendiconto della gestione dell'anno 2017 redatto dal commissario ad acta, Mario Tommasino, ora lo certificano ufficialmente. Ieri il bilancio consuntivo è stato depositato e pubblicato dal tecnico inviato dalla Prefettura dopo l'approvazione in sostituzione della giunta.


Il disavanzo finale ammonta a 35,716 milioni di euro: quasi il doppio dei 18,9 conteggiati nel Bilancio approvato dalla giunta Foti e poi bocciato dai revisori. La rideterminazione del fondo crediti di dubbia esigibilità, precedentemente valutata in 33 milioni, arriva così a 51,6. L'errore precedente, però, ha determinato un'espansione della spesa del Comune negli ultimi bilanci, e si ripercuote sulla cassa e sulla liquidità. Ma non è finita qui. Come preannunciato da «Il Mattino» e confermato dall'assessore alle Finanze, Gianluca Forgione, sulla scorta dei conti di Tommasino, una mole spaventosa di altre passività, non incluse nel disavanzo, rende di fatto ancor più disastrosa la condizione di Piazza del Popolo. Difficilmente, dunque, un piano di ripianamento in pre-dissesto, da 5 a 20 anni, potrà risultare credibile. Spaventano prima di tutto i contenziosi. Nel bilancio del commissario, gli accantonamenti al fondo rischi passano da 6,5 a 7,9 milioni. Ma il Comune ha cause in corso per circa 30 milioni. Oltre 1 milione per espropri, 8 milioni per Cogepa, altri 8 per il Tunnel con la «Pensi costruzioni», 11 con Cariplo e altri, 300mila con Siref. Questo vuol dire che dovrà tenerne conto nei Bilanci successivi, cominciando ad accantonare nuove somme. Poi ci sono i debiti fuori Bilancio: 8,6 milioni inseriti nei Bilanci di previsione 2018-2020. Altri in via di definizione e non ancora stanziati.
 
A tenere di più in allarme l'assessore alle Finanze, però, è la situazione di cassa. Presto potrebbe portare l'ente a non poter pagare gli stipendi. Al 27 settembre, vale 4,9 milioni. Ma ci sono somme vincolate per 7,6. In tutto, l'ente sta utilizzando fondi vincolati per 4,2 milioni destinati ad altre opere o altri interventi. E poi le fatture liquidate e non pagate per 14,7 milioni di euro e lo spauracchio del mutuo contratto dalla «Polisportiva Avellino» per la Piscina, con il comune che deve garantire per 2,5 milioni.

Nel frattempo, l'indebitamento del Comune, per i mutui contratti, è già a 70 milioni. Di positivo ci sarebbero i crediti da riscuotere, circa 125 milioni. Ma non è detto che siano esigibili. Il Comune, insomma, è in profondo rosso. Tra gli altri dati degni di menzione, le riscossioni, che valgono 138,859 milioni, a fronte di pagamenti per 143,952. Il volume dei residui attivi è pari a 158,638 milioni, derivanti da accertamenti di tributi effettuati sulla base della stima del dipartimento delle finanze. Quelli passivi sono pari a 123,80 milioni. Per finire, la parte vincolata ammonta a 11,017 milioni di euro. Rispettivamente, 3,767 milioni sono vincolati da leggi e principi contabili 2,068 da trasferimenti e 5,181 dalla contrazione di mutui.


I conti sono drammatici. La relazione del commissario non indica anche l'exit strategy. Prima di tutto bisognerà approvare il bilancio in aula. Per i prossimi 20 giorni sarà all'attenzione dei revisori. Poi, prima della fine di ottobre, arriverà in Consiglio comunale. Se il consuntivo sarà approvato, da quel momento, partirà la diffida della Prefettura. Entro 20 giorni, il Comune dovrà riuscire a presentare un piano per il ripianamento o sarà dissesto. Se l'approvazione non ci sarà, l'ente sarà sciolto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino