Assalto del racket al cantiere Anas, il custode sventa l'attentato

Assalto del racket al cantiere Anas, il custode sventa l'attentato
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CASTEL DEL LAGO - Aveva da poco avviato il turno di guardia notturno quando ha scorto due sagome, con una tanica di benzina in mano, che armeggiavano vicino al cancello che recinta il cantiere a ridosso della Napoli-Bari e del raccordo autostradale Castel del Lago-Benevento, cantiere impegnato da alcune settimane nei lavori di riqualificazione e messa in sicurezza del viadotto dell' Anas che attraversa la A16 sul confine tra Sannio e Irpinia.


Il vigilante privato, ingaggiato dall'impresa di Cancello-Arnone, nel casertano, che si è aggiudicata i lavori, per niente intimorito da quelle presenze ha intimato l'alt ai due che stavano tentando di forzare la serratura per entrare nel perimetro del cantiere dove sono parcheggiati alcuni mezzi meccanici.

Sono state le urla del guardiano, sbucato nel buio, a sorprenderli e forse a scoraggiarli dall'intento criminale di cospargere di benzina l'area mandando così all'aria il piano delinquenziale.

I malviventi si sono allora dileguati, a piedi, facendo molto presto perdere ogni traccia tranne quelle del liquido infiammabile in parte versato all'ingresso del perimetro del cantiere delimitato con la rete arancione.
 
Ed è stato sempre il guardiano ad allertare le forze dell'ordine e i titolari dell'impresa. Questi ultimi, ieri mattina, sono stati a lungo ascoltati dai Carabinieri della stazione di Dentecane che ha competenza territoriale. Sull'inquietante episodio sta indagando anche la Digos di Avellino che ha provveduto a raccogliere dettagliate informazioni per ricostruire i contorni della vicenda. Sconvolti i titolari della Cocer e Rc Italia, le due ditte del casertano che stanno lavorando al restyling del cavalcavia del raccordo autostradale, e altrettanto sconvolto il direttore dei lavori per conto dell'Anas, l'ingegnere Antonio Villano.

Proprio i titolari delle due imprese che stanno collaborando spontaneamente con gli investigatori hanno dichiarato di non avere ricevuto alcuna richiesta a sfondo estorsivo da quando hanno cominciato a lavorare nella zona ritenuta assolutamente tranquilla e fuori dalle mire di stampo criminale specializzate in questo genere di raid nei confronti di ditte che si aggiudicano grossi e importanti appalti. Da qui lo stupore delle potenziali vittime di un maldestro tentativo estorsivo che assume però una particolare connotazione in considerazione del contesto in cui è avvenuto e delle modalità adottate dagli autori messi in fuga dal guardiano. Gli inquirenti stanno battendo alcune piste specifiche, e non escludono pure la vendetta personale magari per qualche pressante richiesta lavorativa non esaudita dagli imprenditori che comunque hanno impiegato nei lavori alcuni operai e manovali della zona.


Allo stato vengono passate al vaglio tutte le ipotesi investigative. Episodi di matrice criminale sono una rarità da queste parti. E lo hanno sostenuto anche gli imprenditori della Cocer e Rc Italia che ad oggi non si erano mai imbattuti in malviventi pronti a tentare estorsioni per proseguire i lavori in sicurezza e senza avere rogne al cantiere per giunta facilmente accessibile. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino