Avellino, la prima volta del leghista: il padre fu condannato per camorra

Avellino, la prima volta del leghista: il padre fu condannato per camorra
Il successo storico del Movimento Cinquestelle che conquista la roccaforte irpina del centrosinistra (un tempo scudocrociata) riserva anche altre sorprese. In Consiglio comunale,...

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Il successo storico del Movimento Cinquestelle che conquista la roccaforte irpina del centrosinistra (un tempo scudocrociata) riserva anche altre sorprese. In Consiglio comunale, a puntellare i modesti numeri del neosindaco Vincenzo Ciampi - in un parlamentino, almeno sulla carta, a maggioranza Pd e liste alleate - sbarca pure la Lega di Salvini, decisa a stabilire anche nel cuore dell'ex feudo dc l'asse nazionale di governo a tinte gialloverdi. Infatti il partito del Carroccio si aggiudica un seggio con Damiano Genovese, giovane imprenditore edile finito talvolta al centro di polemiche per alcune vicende familiari dovute al coinvolgimento del padre e dello zio in indagini della Dda concernenti il cosiddetto clan Partenio, inchieste culminate nella condanna degli imputati. «Il presunto clan del Partenio - dice Genovese al «Mattino» - anche secondo gli atti processuali, non esiste più ormai da quindici anni. Mi sembra però che, da parte di qualcuno, lo si sia voluto tirare in ballo a tutti i costi. Comunque, le sentenze si accettano, anche quando ci sembrano ingiuste. Se si sbaglia bisogna essere pronti a pagare il conto alla società - aggiunge - Con mio padre ho avuto un rapporto diretto soltanto per un breve lasso di tempo, quando era ad Avellino, tra il 1998 e il 2000. Prima e dopo purtroppo è stato sempre lontano da casa, a causa dei problemi giudiziari che ha avuto - racconta - Io sono andato avanti per la mia strada, la mia attività di imprenditore è stata spesso al centro di controlli ma non è mai stato trovato nulla di illecito».

 
Trentaquattro anni, attivo a lungo nel campo edilizio ma con interessi anche nel settore delle palestre, Genovese è molto noto in città, ricopre la carica di responsabile giovanile dell'Avellino Calcio e lo scorso novembre si è anche diplomato presso il centro federale di Coverciano. Grazie a lui e alle 350 preferenze ottenute la Lega per la prima volta entra in Consiglio comunale ad Avellino e si pone come alleato privilegiato di un asse con i Cinquestelle al quale le trattative avviate nelle ultime ore intendono aggregare sia il centrodestra sia alcuni gruppi civici opposti al Pd e al cartello di liste ispirate da De Mita e Mancino.

Insomma, l'alleanza che si sta cercando di costruire a sostegno del sindaco pentastellato che domenica scorsa ha ribaltato l'esito del primo turno conquistando al ballottaggio 13.694 voti e lo scranno più alto del Palazzo di città, non potrà prescindere dall'appoggio non solo della Lega ma del centrodestra nel suo complesso. L'operazione è guidata da Sabino Morano, candidato sindaco lo scorso 10 giugno sostenuto da Forza Italia, Democrazia cristiana-Udc, una lista civica e, appunto, la Lega: in tutto 4 seggi che vanno ad aggiungersi ai cinque assegnati al M5s che, dopo l'exploit delle Politiche, alle Comunali di Avellino ha racimolato 4465 voti (14,19 per cento). Un po' poco visto che le forze di centrosinistra schierano 18 seggi su 32 mentre il sindaco cinquestelle potrà averne dalla sua al massimo 13. A meno che da qualche frangia del Pd non arrivi il soccorso rosso... Leggi l'articolo completo su
Il Mattino