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L'insofferenza di Piazza del Popolo verso la Regione Campania è ormai ai massimi storici. Dal canto suo, il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, usa l'ennesimo giro di parole ma il messaggio è ugualmente durissimo per rimarcare lo stallo, che definisce «morte», in cui versano alcune pratiche cruciali per la città che governa.
Carte e fondi che la Regione sembra tenere volutamente in un cassetto. La fascia tricolore parla a margine della presentazione del progetto di riqualificazione della Stazione di Borgo Ferrovia, che prevede pure il rilancio di Parco Santo Spirito e del fiume «Fenestrelle». E allora il passaggio sul progetto del Parco Fluviale realizzato con Atripalda, Mercogliano e Monteforte, e che al posto dell'«interesse regionale» con la sponda del consigliere Francesco Borrelli sta riscontrando piuttosto il disinteresse di tutta l'amministrazione campana, è inevitabile. Che fine ha fatto quel progetto presentato mesi fa? È morto a Napoli? Festa sfrutta la domanda: «Siamo in un periodo di campagna elettorale, ma potrei parlare anche di altre morti: dei «Pics», del riconoscimento d'ufficio del Museo civico e, ovviamente, del parco intercomunale di interesse regionale del Fenestrelle. Ma mi taccio, ne paleremo del 26 settembre». L'ira del sindaco, però, è palpabile e appena contenuta dall'opportunità politica: «Vorrei che voi dice ai cronisti - vi chiedeste perché, da 5 mesi, non avviene la presa d'atto per la rimodulazione dei fondi «Pics», non viene riconosciuto d'ufficio un museo per cui non la Regione de regalarci nulla, e non si procede col Parco. Faccio una domanda a voi - si morde la lingua Festa -, datevi una risposta».
Effettivamente, il Comune aspetta le calende «napoletane» da mesi e mesi.
Perché i rapporti tra il Pd di De Luca e l'amministrazione del sindaco di Avellino sono sempre più burrascosi. L'ultimo strappo, quello del consigliere regionale Livio Petitto, alleato di ferro di Festa, rappresenta solo l'ennesimo esempio plastico. E visto che le politiche sono alle porte, tutto questo avrà certamente riflessi sull'orientamento dei festiani. Anche perché l'altro alleato, l'imprenditore D'Agostino, ha già annunciato il sostegno al centrodestra e a Gianfranco Rotondi. Che faranno Festa i suoi? Il sindaco non darà consegne, almeno non ufficialmente: «Noi abbiamo avviato da anni il percorso di «Davvero» - ricorda - e sono molto contento che l'amico e collega Livio Petitto, già organico al progetto, oggi possa finalmente sposarlo al 100 per cento, senza più il problema del Pd. Noi rilancia - continueremo con l'organizzazione di un progetto regionale, a vocazione nazionale, che parli ai territori e si interfacci con le comunità, affrontando quei problemi che chiedono di essere risolti, a partire dall'Irpinia. Sulle politiche, visto che da civici non abbiamo alcun legame, ogni esponente, consigliere o simpatizzante della maggioranza sceglierà secondo coscienza». Evidentemente, però, il voto a quel Pd che ha espulso Festa e i suoi è improbabile se non impossibile. La maggioranza, oggettivamente, potrebbe trarre vantaggio da questa situazione. Festa lo sa e gongola: «La mia maggioranza esce rafforzata dal grande lavoro che stiamo facendo e dai nostri risultati. C'è stata qualche perplessità nei primi tre anni, non lo nego, e questo al netto del Covid. Ora stiamo completando tutto il sospeso e chiosa - nelle prossime settimane ci sarà anche qualche altra buona notizia».
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