L'insofferenza di Piazza del Popolo verso la Regione Campania è ormai ai massimi storici. Dal canto suo, il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, usa l'ennesimo giro di parole ma il messaggio è ugualmente durissimo per rimarcare lo stallo, che definisce «morte», in cui versano alcune pratiche cruciali per la città che governa.
Carte e fondi che la Regione sembra tenere volutamente in un cassetto. La fascia tricolore parla a margine della presentazione del progetto di riqualificazione della Stazione di Borgo Ferrovia, che prevede pure il rilancio di Parco Santo Spirito e del fiume «Fenestrelle». E allora il passaggio sul progetto del Parco Fluviale realizzato con Atripalda, Mercogliano e Monteforte, e che al posto dell'«interesse regionale» con la sponda del consigliere Francesco Borrelli sta riscontrando piuttosto il disinteresse di tutta l'amministrazione campana, è inevitabile.
Effettivamente, il Comune aspetta le calende «napoletane» da mesi e mesi. Segnatamente, da marzo, per la firma della convenzione che libererebbe oltre 4 milioni di fondi europei già del Comune per opere fondamentali, quali il recupero del Castello, di Palazzo De Peruta, le porte est e ovest e i bandi per il commercio al centro storico. C'è poi la vicenda di Villa Amendola: la struttura ha passato tutti i test regionali e nazionali, ma per entrare nel circuito museale che conta, e che porterebbe risorse, serve un visto campano. Poi, come detto, c'è la vergogna di un progetto, quello per il Parco del Fenestrelle, che la natura ha già disegnato ma la politica, in questo caso di Palazzo Santa Lucia, non vuole vedere. Ma l'ostruzionismo, se così è, non appare casuale. Almeno secondo i maligni.
Perché i rapporti tra il Pd di De Luca e l'amministrazione del sindaco di Avellino sono sempre più burrascosi. L'ultimo strappo, quello del consigliere regionale Livio Petitto, alleato di ferro di Festa, rappresenta solo l'ennesimo esempio plastico. E visto che le politiche sono alle porte, tutto questo avrà certamente riflessi sull'orientamento dei festiani. Anche perché l'altro alleato, l'imprenditore D'Agostino, ha già annunciato il sostegno al centrodestra e a Gianfranco Rotondi. Che faranno Festa i suoi? Il sindaco non darà consegne, almeno non ufficialmente: «Noi abbiamo avviato da anni il percorso di «Davvero» - ricorda - e sono molto contento che l'amico e collega Livio Petitto, già organico al progetto, oggi possa finalmente sposarlo al 100 per cento, senza più il problema del Pd. Noi rilancia - continueremo con l'organizzazione di un progetto regionale, a vocazione nazionale, che parli ai territori e si interfacci con le comunità, affrontando quei problemi che chiedono di essere risolti, a partire dall'Irpinia. Sulle politiche, visto che da civici non abbiamo alcun legame, ogni esponente, consigliere o simpatizzante della maggioranza sceglierà secondo coscienza». Evidentemente, però, il voto a quel Pd che ha espulso Festa e i suoi è improbabile se non impossibile. La maggioranza, oggettivamente, potrebbe trarre vantaggio da questa situazione. Festa lo sa e gongola: «La mia maggioranza esce rafforzata dal grande lavoro che stiamo facendo e dai nostri risultati. C'è stata qualche perplessità nei primi tre anni, non lo nego, e questo al netto del Covid. Ora stiamo completando tutto il sospeso e chiosa - nelle prossime settimane ci sarà anche qualche altra buona notizia».