Qualche timido passi in avanti, ma ancora nessuna certezza rispetto a modi e luoghi per il ritorno tra i banchi degli studenti irpini. A un mese dalla prima campanella,...
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Detto in altri termini, il metro di distanza da bocca a bocca impone di ridisegnare la disposizione dei banchi e in molti casi le aule non hanno spazi sufficienti: alcuni istituti hanno la possibilità di allargarle sfruttando altri locali (e lì sono partiti i lavori di edilizia leggera), altri però non hanno questa possibilità e quindi ci sarà un certo numero di alunni in esubero che andrà, appunto, a creare delle nuove classi: «Che potrebbero trovare collocazione nello stesso istituto o in altre sedi».
Con l'extrema ratio dei doppi turni: «In questo momento non siamo ancora in grado di escluderli del tutto, ma siamo ottimisti in questo senso», ribadisce Giacobbe che tiene poi a precisare, smentendo quanto sostenuto da alcuni dirigenti scolastici, che «ad Avellino non serve il doppio delle attuali aule». Intanto, da lunedì scorso gli operai sono al lavoro alla scuola media «Enrico Cocchia» di via Tuoro Cappuccini e nell'istituto comprensivo di borgo Ferrovia. Man mano partiranno anche gli altri interventi: «I dirigenti scolastici informa ancora il delegato comunale all'Istruzione hanno comunicato le esigenze per l'allestimento delle classi nel rispetto della normativa anti-covid. Con i lavori di edilizia leggera dovremmo riuscire a mettere in sicurezza quasi tutti i plessi. Sappiamo, però, già di non farcela almeno per uno che necessita di 14 aule: stiamo agendo di concerto con la provincia per trovare locali idonei in strutture di proprietà pubblica».
Si diceva del più che probabile aumento del numero della classi che richiederebbe una maggiore disponibilità di docenti: «Stando alle ultime notizie che arrivano da Roma, alla provincia di Avellino toccherebbero al massimo uno o due professori in più per ogni istituto di ogni ordine e grado». Dunque, a queste condizioni difficilmente l'organico risulterebbe sufficiente: «Si farà ricorso alle chiamate dei precari». Capitolo banchi. Per lo più si tratta di banchi monoposto tradizionali: infatti, sono solo 440mila in tutta Italia le nuove sedute ergonomiche, sul modello di quelle presentata dalla ministra Lucia Azzolina a giugno, richieste da scuole che hanno già intrapreso percorsi di didattica innovativa: «Per le elementari e le medie sarà il Ministero dell'Istruzione a effettuare l'acquisto e la consegna.
L'amministrazione comunale, con un investimento di circa 60mila euro, provvederà a rifornire gli asili». Non meno importante, la questione legata all'ingresso e all'uscita: «Per evitare il minimo assembramento, stiamo immaginando di scaglionare gli ingressi, con orari diversi o da scuola a scuola o per le classi di ogni istituto». Situazione diversa per le Superiori (di competenza della Provincia) dove la soluzione dovrebbe essere quella della didattica a distanza da applicare, a turno, a metà delle classi (solo un paio di istituti, il Liceo classico Colletta e l'Economico Amabile, dovrebbero infatti garantire la didattica in presenza per il 100 per cento degli alunni). Altro problema quello dei trasporti: sul punto, il manager dell'Air De Sio dovrebbe ricevere nelle prossime ore dall'Ufficio scolastico provinciale (Usp) i dati necessari all'organizzazione provvisoria delle corse che dovrebbe consentire di scongiurare gli assembramenti anche sui mezzi pubblici e ai terminal. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino