Chi è riuscito a parlare con lui riferisce di un Matteo Salvini «su tutte le furie». La rabbia del «Capitano» è dettata da quanto accaduto ad...
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LE LOTTE INTESTINE
Un colpo forte per la Lega che proprio in Campania voleva marcare un profilo di discontinuità rispetto agli altri partiti, lontano da clientele e facendo attenzione ai personaggi da imbarcare. Per attuare la sua rivoluzione, Salvini aveva commissariato il partito campano appena la scorsa estate affidando il partito a Raffaele Volpi, ex sottosegretario alla Difesa e da pochi giorni numero 1 del Copasir. Da un lato la scelta di Salvini era ricaduta sul senatore bresciano proprio per il suo profilo legalitario, dall'altro per mettere fine ai dissidi tra l'ex coordinatore del Carroccio in Campania, Gianluca Cantalamessa e l'ex sottosegretaria per il Mezzogiorno, Pina Castiello. C'era un partito da organizzare che in pochi mesi è passato da percentuali vicine allo zero fino ad imporsi alle scorse europee come il primo partito del centrodestra nella regione. Il rischio da sempre calcolato dall'ex titolare del Viminale era ritrovarsi sotto il naso inchieste come quella di Avellino. Stessi problemi già riscontrati in Calabria e in Sicilia e che avevano suggerito a Salvini di affidarsi a persone collaudate per guidare il partito nelle tre grandi regioni meridionali. Ora nessuno vuole commentare le vicende avellinesi: Volpi perché impegnato nei lavori del Copasir, Cantalamessa, Castiello e l'altro big leghista Valentino Grant preferiscono tenere un basso profilo e non alimentare polemiche.
IL TOUR
Già a Ferragosto nel partito erano cominciati i malumori. L'allora ministro dell'Interno aveva deciso infatti di tenere a Castelvolturno il consueto appuntamento ferragostano in cui il Viminale diffonde le statistiche relative alla sicurezza. A margine del Comitato di sicurezza pubblica era previsto anche un tour sulle spiagge del Casertano che però fu suggerito a Salvini di rimandare proprio per non venire a contatto con esponenti malavitosi della zona. Da un lato cautele necessarie, dall'altro polemiche strumentali interne al partito per accrescere il proprio potere di influenza verso il capo del Carroccio. Il partito in Campania è infatti dilaniato da guerre intestine tra chi punta anche a farsi candidare alla presidenza in vista delle prossime regionali per Palazzo Santa Lucia. Proprio per evitare ulteriori strascichi, Salvini negli ultimi mesi sta ricercando personaggi della società civile da buttare nella mischia in vista delle elezioni, tra questi cresce sempre più il profilo del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano. Ma il problema, ora, è dare realmente una struttura al partito campano che, pur crescendo nei numeri, non è articolato come altre grandi realtà della politica locale. In molti sono quelli che vorrebbero entrare nelle liste della Lega, ma per ora la campagna di tesseramento procede a rilento proprio per il timore di imbarcare altri personaggi scomodi. Il Carroccio è come se non avesse le ruote. Fermo, per paura di commettere altri errori.
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Il Mattino