Le avevamo dato il nome di fantasia Francesca, ora saranno i suoi nuovi genitori a darle un vero nome e soprattutto un cognome. Sì, perché Francesca, la neonata abbandonata e...
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In breve tempo si è rimessa, è cresciuta, le sue condizioni di salute sono rientrate nella piena normalità, è diventata bellissima e si è fatta voler bene da tutti. Infermiere e dottori erano divenuti la sua famiglia. Oltre alle cure mediche, l’hanno nutrita e coccolata. Giochini e tutine vezzose non le sono mai mancati e tantomeno pappe prelibate. L'hanno inoltre preservata da occhi indiscreti e dalla processione di aspiranti genitori desiderosi di adottarla. Ma non poteva trascorrere altro tempo della sua giovanissima esistenza in un reparto d’ospedale. Già svezzata e curiosa di conoscere, aveva bisogno di fare passeggiate, di condurre una vita normale, di rapportarsi con l'esterno e soprattutto aveva urgente bisogno del calore di due genitori affettuosi. Dunque sul dispiacere di vederla andare via dal reparto, ha prevalso l’immensa gioia del lieto fine, del sapere che a Francesca non mancherà nulla in termini di cure, di amore, di educazione, di costruzione dell'avvenire.
Questa soluzione avrebbe potuto arrivare in tempi più rapidi. Evidentemente la pratica di Francesca, complice anche il periodo di ferie estive, giaceva su qualche scrivania. Il Mattino si è occupato, tre settimane fa della sua storia. C’è stata l’attesa velocizzazione dell’iter burocratico. In tutto questo emergono la professionalità ed anche l'umanità di quanti lavorano presso l'Ospedale di Ariano. Una struttura che potrebbe rappresentare l'eccellenza se non fosse costretta a difendersi continuamente da tagli e declassamenti come nel caso del Centro Immuno-trasfusionale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino