Far West sull'autostrada, caccia alla banda della ruspa

Far West sull'autostrada, caccia alla banda della ruspa
«È stata un'azione di guerra dichiarata alle istituzioni», dice il procuratore della Repubblica di Avellino Rosario Cantelmo che l'altra mattina era sul...

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«È stata un'azione di guerra dichiarata alle istituzioni», dice il procuratore della Repubblica di Avellino Rosario Cantelmo che l'altra mattina era sul raccordo AvellinoSalerno insieme agli investigatori dopo l'agguato al portavalori della Cosmopol. Il capo della Procura è netto ricostruendo l'episodio: «Si sono esposti armati contro i carabinieri, la polizia e tutta la collettività. Mitra puntati in faccia alle persone costrette ad abbandonare le proprie auto. Il territorio ha bisogno di attenzioni».


Tre rapine o tentativi sul versante salernitano e altrettanti su quello pugliese. Avellino nella morsa degli specialisti delle rapine ai portavalori. Ma da ieri il livello di guardia si è alzato. Le bande sono diventate spietate. E l'attacco al portavalori con 8 milioni a bordo sembra un punto di non ritorno.
 
I dieci-quindici uomini, alcuni di nazionalità straniera e apparentemente con un addestramento militare alle spalle, sono entrati in azione armati di tutto punto intorno alle 9,45 di martedì mattina sul raccordo Avellino-Salerno, tra Atripalda e Avellino, davanti a centinaia di auto in coda. Dieci vetture bruciate, due portavalori bloccati, anche con l'uso di un'autocisterna momentaneamente sequestrata a un trasportatore. Alla fine il bottino è stato di 2 milioni di euro, altri 4 milioni sono rimasti sepolti sotto lo spuma block, il prodotto che protegge con un guscio di schiuma espansa i valori quando viene violato il blindato.

Ma il terrore è rimasto negli occhi di decine di persone che hanno visto la scena in diretta: gli uomini vestiti di tute scure che si facevano consegnare le vetture dagli automobilisti in arrivo, che davano alle fiamme le proprie per coprirsi la fuga; gli agenti di polizia e un carabiniere che si trovava fortuitamente sul posto, che ingaggiavano un conflitto a fuoco.

Non si tratta di un episodio singolo. A luglio almeno altri due attacchi tra Candela e Foggia. Ancora una volta i blindati della Cosmopol nel mirino, un terzo episodio all'altezza di Candela sulla Napoli-Bari, il 20 novembre.

Sul raccordo Avellino-Salerno, una zona ancora più delicata dato che l'arteria passa tra i centri abitati, tre episodi nel giro di un anno nel tratto Serino-Baronissi. Una decina di chilometri che a questo punto sono da considerarsi ad alto rischio. Lo scorso anno un dipendente della Cosmopol finì in manette, era il basista di una serie di colpi, proprio tra Avellino e Fisciano. In un caso la banda che agì portò a casa 70 mila euro. L'uomo faceva parte di un gruppo che operava a livello internazionale, aveva intenzione di autofinanziare una rapina in Germania, in Renania Palatinato da 20 milioni. Ma aveva anche messo a segno una rapina alla biglietteria degli scavi di Pompei a luglio del 2017. L'inchiesta della procura di Nocera Inferiore portò in carcere 19 persone.

«Solo in quel caso ci fu l'arresto di un nostro dipendente che avevamo tra l'altro già individuato», racconta Carlo Matarazzo, l'amministratore della Cosmopol, l'azienda irpina che gestisce i trasporti anche in Puglia e Lazio. I blindati Cosmopol sono finiti sotto i colpi dei kalashnikov martedì e in precedenza a febbraio e ad aprile del 2017, sul accordo, ancora tra Solofra e Baronissi.

Quasi identiche le modalità: le vetture di piccola cilindrata dell'istituto di vigilanza bloccate e speronate dai rapinatori, poi l'arrivo di un blindato di scorta che riesce a mettere in fuga i malviventi. Niente a che vedere con l'azione dell'altra mattina.

La Dda che ha aperto un filone d'indagine sta mettendo a posto tutti i tasselli raccolti sul luogo della rapina. Ascoltate ancora ieri le cinque guardie e coloro che hanno avuto un fugace contato con i malviventi, coloro rapinati delle vetture man mano che l'azione procedeva. «Tra Avellino e la Puglia l'asse dei traffici di stupefacenti era un classico. Ora assistiamo ad un'escalation che va fronteggiata adeguatamente», dice il comandante provinciale dei carabinieri di Avellino Massimo Cagnazzo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino