Era l'uomo del telefono con le monetine. La comunità irpina saluta Marco De Feo, imprenditore di Mirabella Eclano scomparso all'età di 69 anni e noto per...
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Marco De Feo riuscì a capire che il vecchio telefono a gettoni era qualcosa di superato e grazie all'invenzione di una macchina in grado di prendere le monete di vari tagli, ottenne il monopolio con l'allora gestore nazionale e successivamente riuscì ad esportare tali apparecchiature anche oltre le Alpi, vendendo più di cinque milioni di aggeggi in sessanta paesi del mondo, dal Perù all'Austria, dal Marocco alla Germania, dal Sud Africa fino alla Malesia, al Portogallo e a tanti altri stati.
L'irpino, poco attento a farsi pubblicità, ma sempre impegnato a implementare il proprio know how, può essere considerato vero e proprio precursore dell'export legato alle comunicazioni e alla tecnologia. La passione per la ricerca fu una caratteristica dell'uomo, trasmessa al centro di eccellenza, dove nei periodi migliori lavoravano oltre duecento ingegneri, impegnati quotidianamente nell'aggiornamento e nella scoperta di dispositivi all'avanguardia. L'azienda, oltre a esser stata leader nel campo della telefonia fino agli anni ottanta, fu poi in grado di specializzarsi nella produzione di avveniristiche macchine che emettevano ticket e passaporti elettronici, sistemi di video broadcasting e sofisticati congegni per la comunicazione nel settore dei trasporti. Tra le commesse più importanti, infatti, va ricordata la partecipazione alla realizzazione della futuristica metropolitana di Dubai, i cui treni sono stati tra i primi al mondo a essere telecomandati e a viaggiare senza la presenza del conducente. Il gruppo industriale ha avuto una fase calante soltanto negli ultimi anni, quando a causa della cosiddetta rivoluzione dei telefoni cellulari, nonostante i ripetuti tentativi di riconversione, si è dovuto arrendere di fronte alla nuova concorrenza globale e soprattutto al cambiamento dei tempi, considerando la quasi scomparsa dei telefoni pubblici. Marco De Feo, però, oltre a essere stato un grande imprenditore si è sempre contraddistinto anche per il suo amore verso la cosa pubblica e per il forte legame con il territorio di origine.
Fu molto amato anche dai suoi dipendenti. Quando la ndrangheta rapì il fratello Carlo gli operai raccolsero parte del riscatto offrendo da uno a 14 milioni. Ricoprì ruoli di vertice in Confindustria Campania, manifestando profondo e vero attaccamento all'arte e alla cultura. Il mecenate eclanese per alcuni anni fu presidente nazionale del Fondo Ambiente Italiano. La predilezione per la natura e per i paesaggi suggestivi, caratterizzarono, in modo significativo, il suo essere, infatti, durante i momenti liberi, non perdeva mai occasione per tornare nella sua Mirabella ed in particolare nella villa situata in contrada Perrotta, località immersa nella tranquillità e nel verde, dove soleva incontrare i parenti e gli amici di sempre. Nessuno nella comunità natia ha poi mai dimenticato il contributo dato dall'imprenditore nel difficile periodo del post terremoto dell'ottanta. Allora non mancò di aiutare chi aveva più bisogno. La comunità della Media Valle del Calore si è stretta intorno alla famiglia, alla sorella Adele e ai fratelli Paolo e Carlo nel pomeriggio di ieri. Numerosi i ricordi e le testimonianze dei presenti che hanno voluto onorare un'eccellenza della propria terra Leggi l'articolo completo su
Il Mattino