«A bocce ferme facciamo qualche considerazione sul piccolo incidente accaduto ieri davanti al portone dell'episcopio». Il giorno dopo l'attentato di Avellino,...
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Il vescovo sottolinea come l'attentato di ieri vada letto come un gesto isolato e senza alcuna trama eversiva. «È l'urlo di un popolo di invisibili che abita la città e i paesi della nostra provincia elemosinando pane, lavoro e, forse, attenzione come i gatti randagi. Sono invisibili perché non considerati, esclusi o autoemarginati, vaganti come ombre e cani sciolti, senza fissa dimora, spesso sul limite sempre incerto della follia o di un disturbato senso della realtà - sottolinea il Vescovo. Chi fa caso a questa folle di ombre vaganti? Devo dare atto alle parrocchie di svolgere un ruolo di accoglienza, di ascolto, di integrazione, di asilo politico». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino