Sei giorni di attività sul territorio dei carabinieri. Ma anche incontri istituzionali anche se informali con il prefetto Maria Tirone e il sottosegretario all'Interno...
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Il colonnello Massimo Cagnazzo conosce bene le capacità della Compagnia di intervento operativo presso il reggimento carabinieri, Campania. Gli uomini di questa compagnia che dal 1° ottobre hanno cinto d'assedio la città, sono stati sotto i suoi ordini fino al 2014 quando il Battaglione Campania venne elevato a Reggimento. Si tratta di uomini che hanno compiti di intervento per brevi periodi di tempo, sia per lo svolgimento di operazioni di controllo straordinario sul territorio che a supporto dei reparti della provincia di Avelino in questo caso. L'obbiettivo è prevenire attraverso una più intensa attività di controllo la «recrudescenza di specifici fenomeni criminosi». Avere ad Avellino specialisti consente di recuperare informazioni di prima mano ma anche i garantire una tranquillità alla città che è sembrata sfuggire di mano in queste particolari giornate. Finanche l'uniforme blu, diversa da quella dei colleghi carabinieri della Compagnia, rende particolarmente visibile l'operatività di questi uomini che sono impiegati in caso di rapine gravi e estorsioni, attentati dinamitardi ed incendiari o per altri episodi delittuosi di particolare gravità. Si tratta di personale proveniente dalla scuola marescialli di Velletri con competenze specifiche nel campo della difesa personale delle tecniche di disarmo, tiro operativo e di emergenza. Questi reparti contribuiscono ad alimentare la Forza di pronto impiego del Comando Generale dell'Arma per lo svolgimento di operazioni straordinarie di contrasto alla criminalità.
L'impiego della Cio è una prosecuzione di tutte le iniziative che i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno da tempo intrapreso per incrementare il livello di sicurezza e l'efficacia del controllo del territorio.
E il lavoro di queste ore ha consentito ai carabinieri di raccogliere nuove elementi utili all'inchiesta coordinata dalla procura di Avellino e dall'Antimafia di Napoli.
Un lavoro anche di visibilità: i mezzi dei carabinieri hanno perlustrato strada per strada ogni quartiere della città, anche le zone rurali, delle colline dell'hinterland. I controlli in particolare hanno riguardato persone sottoposte a misure cautelari. I risultati di questo lavoro certosino in alcuni casi condotto anche con l'ausilio delle unità cinofile, sono confluite i informative alla procura che consentiranno di avere altri elementi necessari rispetto alle indagini avviate nella notte degli spari a casa di Genovese e alla bomba a Galluccio.
L'attività in strada si accompagna anche alle iniziative del prefetto che proprio stamattina incontra il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia. Si tratta di un incontro strettamente riservato che non appare con i caratteri dell'ufficialità. Tuttavia è chiaro che ai massimi livelli l'incontro consente di costruire un ponte ancora più robusto con i livelli istituzionali centrali.
Intanto i contatti con il presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra vanno stabilendosi anche con gli altri parlamentari irpini. Dopo la richiesta di Michele Gubitosa di una presenza della Commissione in città. Si stanno avviando tutte le procedure necessarie ad un eventuale visita e anche l'incontro di oggi potrà definire i passaggi propedeutici.
L'aggressione ad un assessore, gli spari in pieno centro, le minacce ai magistrati sono capitoli a cui lo Stato intende dare risposte ferme. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino