Campania, due morti sul lavoro all'indomani del primo maggio

I carabinieri sono intervenuti nei due Paesi in provincia di Napoli

La tragedia a Lettere
Due tragedie sul lavoro all'indomani del primo maggio. A Lettere, nel Napoletano, i carabinieri sono...

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Due tragedie sul lavoro all'indomani del primo maggio.

A Lettere, nel Napoletano, i carabinieri sono intervenuti in via Depugliano per il decesso di un operaio di 57 anni.

Secondo una prima ricostruzione ancora da verificare, l’uomo sarebbe precipitato dal terzo piano di un palazzo attorno al quale era in allestimento un cantiere edile.

Quasi nello stesso momento i carabinieri della tenenza di Casalnuovo sono intervenuti presso la clinica villa dei fiori di Acerra. Un operaio 60enne sarebbe morto presso un cantiere, in viale dei Tigli. Indagini in corso per ricostruire la dinamica.

«Ormai sul fronte della sicurezza sul lavoro abbiamo superato abbondantemente il limite di guardia. Le due morti avvenute in queste ore in altrettanti cantieri della provincia di Napoli, confermano l'inadeguatezza delle normative in vigore e la necessità di fermare questo assurdo sistema degli appalti a cascata che deresponsabilizza le singole aziende e manda in tilt il lavoro degli ispettori impegnati nell'individuazione dei colpevoli di questa strage». Lo afferma il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci dopo gli incidenti costati oggi la vita a due operai edili a Lettere e Casalnuovo. «I dati - precisa Ricci - sono spietati: oltre 350 in tutto il Paese e 12 in Campania in questo primo scorcio del 2024 sono i lavoratori deceduti mentre erano impegnati nelle loro attività. Lo ripetiamo a gran voce, bisogna fermare questa mattanza». «Nella nostra iniziativa quotidiana - conclude Ricci - il tema della sicurezza resterà in primo piano. Ne abbiamo parlato nella nostra manifestazione per il Primo Maggio, nelle prossime settimane sarà una delle questioni al centro della raccolta firme promossa dalla Cgil per i referendum, uno dei quali punta proprio all'abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all'impresa appaltante».

«Non abbiamo nemmeno finito di parlare di sicurezza sul lavoro dal palco del 1° maggio che altri due operai hanno perso la vita mentre lavoravano. È insopportabile tutto questo, bisogna agire adesso», così Giovanni Sgambati, segretario generale della UIL di Napoli e Campania. «Fermare le stragi sul lavoro non significa solo salvaguardare e proteggere la vita dei lavoratori, ma anche fermare l’illegalità, la criminalità che spesso si insinua nei sub appalti o in alcune realtà aziendali. Quella sulla sicurezza sui luoghi di lavoro è una battaglia di civiltà e di rispetto per la vita, ha sottolineato Sgambati. Servono controlli a tappeto, serve una procura speciale, serve che le morti sul lavoro siano considerate omicidi. Non è possibile restare ancora immobile di fronte a questa escalation di morte. Il governo ha il dovere di non voltarsi dall’altra parte e di mettere in campo azioni efficaci subito, quanti morti ancora vogliamo contare?».

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Il Mattino