Carcere, il capo del Dap: «A Bellizzi più personale»

Carcere, il capo del Dap: «A Bellizzi più personale»
Riqualificare gli spazi detentivi, sviluppare attività essenziali per il percorso di recupero e procedere con nuove assunzioni. Sono queste le priorità in cima...

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Riqualificare gli spazi detentivi, sviluppare attività essenziali per il percorso di recupero e procedere con nuove assunzioni. Sono queste le priorità in cima all'agenda di lavoro del Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Carlo Renoldi, per affrontare le criticità del sistema penitenziario, con particolare riferimento alle criticità del carcere di Avellino. Ieri la visita del numero uno dell'amministrazione penitenziaria nella casa circondariale di Bellizzi Irpino, in occasione del quarantesimo anniversario dell'omicidio del brigadiere Antimo Graziano, al quale è dedicato l'istituto. Renoldi punta sul percorso di recupero come attività di prevenzione e contrasto agli affari della criminalità organizzata dietro le sbarre. «Il carcere non è solo repressione - spiega - Ci sono tanti problemi che ci vedono impegnati non solo anche con gli strumenti del recupero e delle attività lavorative per i detenuti».

Il capo del Dap affronta anche il tema della sanità all'interno della casa circondariale avellinese, più volte sollevate dalle organizzazioni sindacali e dal garante per i diritti dei detenuti: «E' una problematica estremamente seria e sentita in tutto l'universo penitenziario. Ci sono realtà nelle quali la risposta sanitaria non è adeguata. Il nostro compito etico e giuridico è quello di continuare nell'interlocuzione a livello politico e fare in modo che le Regioni si prendano cura di queste difficoltà». Renoldi è stato accolto dalla direttrice della casa circondariale, Concetta Felaco. Dopo la cerimonia dedicata ad Antimo Graziano ha visitato la struttura per avere un quadro complessivo della situazione. Ad accompagnarlo nella tappa irpina, il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, Lucia Castellano. «Bellizzi Irpino è una realtà complessa dice la direttrice Felaco - Abbiamo iniziato con la riorganizzazione del personale anche grazie alle indicazioni dipartimentali, cercando di gestire meglio la popolazione detenuta. Qui, ci sono molti reclusi che provengono da Poggioreale e, quindi, sono frequenti le situazioni di criticità come gli atti di autolesionismo. È prevista una riorganizzazione del servizio sanitario, grazie alla disponibilità del direttore dell'Asl, Mario Ferrante».

«Nel carcere prosegue è palese la necessità di inserire delle figure specialistiche, come quella dello psichiatra. Un altro aspetto da affrontare è la carenza di personale». Alla celebrazione ha partecipato il procuratore della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma, le autorità militari e religiose provinciali. Presente la famiglia di Antimo Graziano. «Ho preso in esame la possibilità di far riaprire il caso dell'omicidio di mio padre fa sapere la figlia Tina Graziano - Vedremo se ci saranno gli estremi. La giustizia ha fatto grandi passi. Queste vittime un tempo erano abbandonate. Poi si è capito che rappresentano una risorsa per le generazioni future». Tina Graziano, tra la commozione generale, ha ricordato il terribile assassinio: «Fu ucciso sotto casa. Davanti ai miei occhi. Era il mio primo giorno di scuola. Avevo sei anni. Immagini che non potrò mai dimenticare». 

A margine dell'iniziativa, Renoldi ha incontrato il rappresentante sindacale, Emilio Fattorello, per un confronto sulle problematiche legate alla gestione del personale, non solo alla carenza di organico. Da Fattorello anche un ricordo di Antimo Graziano, che ha conosciuto durante la sua carriera lavorativa: «La sua autorevolezza nell'applicare la legge ha cozzato contro la criminalità. Per questo ha dato la vita». 

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Il Mattino