Coronavirus, a Montevergine tornelli e scanner per i pellegrini

Coronavirus, a Montevergine tornelli e scanner per i pellegrini
Nemmeno per il terremoto del 1980 era rimasto chiuso alle visite dei fedeli tanto a lungo. Il Santuario di Montevergine, luogo simbolo della fede in Irpinia ed in Campania, ma...

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Nemmeno per il terremoto del 1980 era rimasto chiuso alle visite dei fedeli tanto a lungo. Il Santuario di Montevergine, luogo simbolo della fede in Irpinia ed in Campania, ma soprattutto riferimento mariano con una devozione che travalica i confini regionali, potrebbe tornare ad aprire le sue porte alle visite dei fedeli già nella giornata di domani.


E' il desiderio espresso dall'abate Riccardo Luca Guariglia, che proprio questa mattina effettuerà un sopralluogo insieme ad uno staff di tecnici per verificare l'effettiva capienza in tutti gli ambienti, dalla Basilica alla Cappella che ospita l'icona di Mamma Schiavona, dal museo alla cripta fino alla sala degli ex voto. L'idea dell'abate è quella di poter sin da subito ridare centralità al mese di maggio, il mese mariano per eccellenza, in attesa di poter far ripartire anche le celebrazioni a partire dal 18 maggio, così come previsto dal protocollo siglato dalla Cei e dal governo italiano.

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Ieri, è stata la giornata della sanificazione. Ad intervenire è stato il nucleo batteriologico dei vigili del fuoco di Avellino. Un'azione diffusa e capillare svolta in tutti gli ambienti del Santuario. Intanto, in cima al colle su cui San Guglielmo edificò la chiesa dedicata a Maria, sono già arrivati gli igienizzanti, gli scanner termici e il tornello contapersone che sarà posizionato all'ingresso del Santuario. Resta da stabilire il numero di fedeli che, in maniera contingentata, potrà avere accesso, contemporaneamente, all'interno del luogo di culto. Naturalmente, anche l'assistenza ai fedeli dovrà giocoforza essere rivista in base alle disposizioni anti-Covid. Tra le prime cose a saltare, le visite guidate all'interno del Santuario, che venivano effettuate anche in gruppi da cinquanta persone.

«È un avvio del mese di maggio anomalo per la nostra comunità ed il nostro Santuario - osserva l'abate Guariglia - In questo periodo, con queste bellissime giornate, poi, eravamo abituati ad avere il piazzale pieno di fedeli provenienti da tutta la regione e da tutto il meridione». Maggio è il mese tradizionalmente dedicato alla Madonna: qui i pellegrinaggi cominciano il primo del mese per andare avanti per tutta l'estate. Un via vai che, seppur in forma ridotta, rendeva vivo il luogo già a partire dalla seconda metà del mese di marzo.

«A maggio in media registriamo circa 30mila visite - ricorda monsignor Guariglia - è il periodo dell'anno in cui si concentra il maggior numero di pellegrinaggi organizzati».
 
In attesa di nuove disposizioni governative, resta ancora chiusa la funicolare che, comunque, con le nuove misure anti affollamento, al momento della riapertura potrà garantire il trasporto di un numero molto limitato di passeggeri. «Spero di riuscire ad aprire le porte del Santuario già nella giornata di domani sottolinea l'abate in attesa di poter tornare a celebrare il prossimo 18 maggio. Ringrazio per l'attenzione e l'aiuto che ci hanno assicurato il Prefetto di Avellino, il comando provinciale dei Vigili del Fuoco ed il Comune di Mercogliano». Intanto, in tutte le chiese i parroci sono alle prese con lo studio delle disposizioni contenute nel protocollo che autorizza la ripresa delle funzioni sacre a partire dal 18 maggio. Il primo vero banco di prova si avrà domenica 24. Le chiese avranno inevitabilmente una capienza ridotta. Chi ne ha la possibilità, opterà per la celebrazione all'aperto; altri stanno predisponendo un piano per informare i fedeli sulle modalità previste per le celebrazioni.


È il caso di don Enzo De Stefano, vicario del vescovo e parroco della cattedrale di Avellino. Qui, rispetto alle abituali 150 presenze (che diventano anche 250 nelle grandi occasioni) potranno essere garantiti 80 posti a sedere, oltre ad altri in piedi nelle navate laterali. «Dovremo abituarci ad alcune novità che, mi auguro, possano durare poco ammette don Enzo -. Nei banchi si starà al massimo in due alle estremità, i fedeli dovranno indossare la mascherina, le acquasantiere resteranno vuote, non ci sarà il segno della pace e per l'eucaristia dovremo prestare tutti la massima attenzione, noi sacerdoti indosseremo i dispositivi di protezione».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino