Covid ad Avellino, all'ospedale Landolfi il pronto soccorso resta ancora chiuso

Covid ad Avellino, all'ospedale Landolfi il pronto soccorso resta ancora chiuso
Nessun passo in avanti nella riattivazione del plesso Landolfi di Solofra. I sindaci di Montoro, Girolamo Giaquinto, Serino, Vito Pelosi, e Solofra, Michele Vignola, incontrano,...

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Nessun passo in avanti nella riattivazione del plesso Landolfi di Solofra. I sindaci di Montoro, Girolamo Giaquinto, Serino, Vito Pelosi, e Solofra, Michele Vignola, incontrano, seppure in videoconferenza, il manager dell’Azienda ospedaliera Moscati, Renato Pizzuti. 

«Con il direttore generale abbiamo fatto il punto della situazione», dice Giaquinto. «Siamo stati rassicurati che i lavori di adeguamento, necessari per la riapertura, saranno fatti». Ma sui tempi nessuna certezza: «Il cronoprogramma - ammette il primo cittadino - è slittato di molto» (inizialmente prevedeva che i lavori fossero portati a termine entro fine febbraio, ndr). La causa di questo slittamento «è dovuta alla seconda ondata dell’emergenza sanitaria: non possiamo far finta che una simile circostanza non incida negativamente soprattutto dal punto di vista amministrativo».

Dunque ci sarà ancora da aspettare: «Quello che più ci preoccupa in questo momento sono alcuni ordini di servizio emanati dalla direzione strategica che prevedono lo spostamento di altro personale da Solofra ad Avellino». Pelosi aggiunge: «In maniera non proprio puntuale, Pizzuti ha confermato le sue intenzioni. Ci aggiorneremo a breve, tra una decina di giorni, per valutare il da farsi: è chiaro che i tempi si sono allungati, ma possiamo approfittare adesso per capire come intervenire. Un’idea potrebbe essere quella di dare priorità al pronto soccorso». 

Il plesso da giovedì pomeriggio è covid-free. Infatti, sono stati dimessi gli ultimi tre contagiati, trasferiti nel Covid Hospital della città ospedaliera. Adesso dovrebbe riprendere l’attività ordinaria. Il condizionale è d’obbligo perché sono ancora troppi i dubbi sul futuro della struttura il cui pronto soccorso è chiuso da marzo dell’anno scorso e la cui attività è stata, in pratica, sospesa per realizzare l’area Covid. Con il trasferimento di medici, infermieri e Oss dei reparti di Medicina e Chirurgia, Ortopedia, Ginecologia e Pediatria ad Avellino

L’altro giorno la direzione strategica del Moscati ha chiesto l’autorizzazione alla Regione, ottenendola, per liberarlo dai degenti Covid e per riattivare una quarantina di posti letto, ma solo per pazienti cronici, presumibilmente destinati alla lungodegenza. Nel mezzo, la necessità di effettuare le opere di ristrutturazione già finanziate dalla Regione Campania con oltre 10 milioni di euro e annunciate a fine luglio, ma deliberate solo a ridosso delle festività natalizie. Quindi, come detto, un cronoprogramma che, suddiviso in 5 step da realizzare in 8 mesi a partire da agosto, è slittato inesorabilmente. 

Adesso il timore dei sindaci è che non si proceda per step (chiudendo un reparto per volta), ma si blocchi l’intera attività per recuperare il tempo perso: «Per il momento possiamo prendere soltanto atto che si sono accumulati ritardi molto pesanti», commenta Vignola. Che ricorda: «Fu proprio Pizzuti a sottolineare che “riqualificare il Landolfi significa tenerlo in vita”. Da allora, però, sono stati fatti solo interventi parziali». Come quelli di adeguamento e messa a norma di una sala operatoria. E nulla si è mosso né per la Terapia intensiva (4 posti letto finanziati con altre 500mila euro) né per il pronto soccorso: «Il pronto soccorso resta ancora chiuso: questo è il danno più grande per i cittadini e crea non poche difficoltà anche al reparto di Emergenza di Avellino. Eppure tra gli interventi previsti nel cronoprogramma quello per il pronto soccorso era prioritario. La Terapia intensiva, poi, è finita nel dimenticatoio. Dovevano essere attivati 4 posti letto che sarebbero potuti diventare tranquillamente 6 anche grazie ai fondi raccolti dall’amministrazione comunale: oltre 150mila euro donati dai cittadini della Valle dell’Irno e che avremmo dovuto trasferire nella disponibilità dell’Azienda ospedaliera Moscati». 

Al momento, quindi, davvero poche certezze: «L’ospedale di Solofra – conclude Vignola – è stato trascurato negli ultimi anni e questi lavori sono necessari per l’esistenza del plesso, ma bisogna farli convivere con l’operatività della struttura e possibilmente anche del pronto soccorso».

Sulla questione del presidio Landolfi, annesso all’Azienda Ospedaliera Moscati, resta alta anche l’attenzione delle parti sociali: la Funzione pubblica Cgil, con la segretaria generale Licia Morsa, ha chiesto un incontro urgente alla direzione strategica dl Moscati. Mentre il Nursind, con il segretario aziendale, Michele Rosapane, ha evidenziato la necessità di potenziare Solofra per sgravare Avellino dal crescente sovraffollamento.
 

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Il Mattino