Crisi al Pronto soccorso, ma il piano di gestione resta soltanto sulla carta

Disatteso l'annuncio della direzione sul piano di gestione del sovraffollamento

Crisi al Pronto soccorso, ma il piano di gestione resta soltanto sulla carta
Falsa partenza. Resta ancora nel cassetto il piano di gestione del sovraffollamento del pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Dunque, alle parole della...

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Falsa partenza. Resta ancora nel cassetto il piano di gestione del sovraffollamento del pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Dunque, alle parole della direzione strategica non sono seguiti i fatti. Almeno per il momento.

Eppure, in una nota diramata lunedì scorso (pubblicata anche nell'homepage del sito internet dell'ospedale) il manager Renato Pizzuti aveva assicurato: «Partirà il primo marzo, in via sperimentale, un progetto, proposto dalla direzione medica di presidio e approvato dal management dell'Azienda ospedaliera Moscati, per cercare di migliorare il flusso e la gestione dei pazienti nel reparto di emergenza attraverso un'ottimizzazione delle risorse infermieristiche». Qualcosa, a quanto pare, non è andata per il verso giusto. Nella stessa nota il diggì spiegava anche: «Terminata la fase di formazione del personale, mercoledì (primo marzo, ndr) si passerà al momento applicativo, con la definizione di specifici compiti agli infermieri e agli operatori sociosanitari (Oss) assegnati al pronto soccorso».

Ma la formazione del personale, data per «terminata», non è nemmeno cominciata. Infatti, soltanto martedì scorso (ovvero il giorno dopo l'annuncio) è arrivata una comunicazione in pronto soccorso, sottoscritta dal direttore medico di presidio Vincenzo Castaldo, con la quale gli operatori sanitari sono stati convocati per oggi alle 14 nell'aula multimediale della città ospedaliera per «iniziare la formazione sul progetto di modular nursing». Quindi, se la fase di formazione parte soltanto oggi, l'avvio del piano è destinato a slittare. Nel frattempo, il reparto di Emergenza, diretto d Antonino Maffei, resta congestionato dai troppi codici in ingresso. Anche quella di ieri è stata un'altra giornata di passione con decine di pazienti in attesa per ore di un ricovero e un alcuni che da giorni stazionano nelle sale mediche per mancanza di posti letto nelle Unità operative.

Sul piede di guerra le parti sociali che, sempre nella giornata di ieri, hanno avuto un faccia a faccia con il diggì e con il direttore sanitario Rosario Lanzetta. Un confronto fiume (quasi quattro ore) dai toni poco concilianti. E concluso con un «nulla di fatto», come sostengono Silvestro Iandolo, segretario aziendale Cisl Fp Irpinia-Sannio, e Massimo Imparato, coordinatore Sanità pubblica e privata Cisl Fp Irpinia-Sannio. «La sensazione - spiegano i sindacalisti - è che non ci sia la volontà di risolvere i problemi del pronto soccorso. Circostanza dettata, probabilmente, dal fatto che i componenti della direzione strategica per il pronto soccorso non ci sono mai passati». E sul progetto di modular nursing aggiungono: «In queste condizioni, non serve a niente. Quello che serve in questo momento sono assunzioni e aumento dei posti letto nelle unità operative».

Dura presa di posizione anche da parte del Nursind. I segretari territoriale e aziendale Romina Iannuzzi e Michele Rosapane sottolineano la mancata condivisione rispetto a decisioni dirimenti per il futuro dell'Azienda. Premettono: «Ben venga una riorganizzazione del pronto soccorso con lo scopo di migliorarne la sicurezza». Ma «il punto principale è che servirebbe maggiore coinvolgimento dei principali attori di questa riorganizzazione che sono medici, infermieri e Oss.. Il Boarding, che è la principale criticità, non è stato ancora arginato».


Il pronto soccorso «si sta trasformando in un reparto da campo dove la promiscuità regna sovrana. Come rimediamo all'indisponibilità di circa 177 posti letto rispetto all'atto aziendale?». Palesi le difficoltà strutturali: «Per esempio, si registra l'assenza di spazi dove allocare i pazienti detenuti, stesso problema per i pazienti con patologie infettive non-covid». Quindi il chiarimento: «La nostra organizzazione sindacale è per una riorganizzazione in grado di separare i percorsi tra pazienti acuti e pazienti in Boarding (cioè costretti a sostare perché non sono dimissibili). Urge, però, più confronto con gli operatori del settore e anche con le parti sociali. Va arginato il sovraffollamento che sta raggiungendo livelli pericolosi e vanno eseguiti degli interventi strutturali per miglior i percorsi. Senza l'adozione di questi interventi, il modular nursing non servirà a nulla.
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Il Mattino