Festa: «Dalla Metro alla Dogana, in due anni ad Avellino finiamo tutto»

Festa: «Dalla Metro alla Dogana, in due anni ad Avellino finiamo tutto»
La resurrezione amministrativa di Avellino entro 24 mesi. Il restauro della Dogana, l'apertura dell'Ex Eliseo e del Centro per l'Autismo. E poi la fine dei lavori di...

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La resurrezione amministrativa di Avellino entro 24 mesi. Il restauro della Dogana, l'apertura dell'Ex Eliseo e del Centro per l'Autismo. E poi la fine dei lavori di piazza Castello, del Tunnel e della Metro leggera. La rinascita del capoluogo continua a passare da qui e il sindaco Festa torna a prometterla «nel giro di due anni». Quelli che gli restano a Palazzo di Città. Impegno non solo simbolico, dato che giunge a ridosso della Santa Pasqua, perché effettivamente le procedure, non ultima la costituzione della Fondazione della Cultura, sono tutte incardinate. E questo non è solo un punto di forza. Perché mette davvero il sindaco di Avellino nella condizione di non poter più steccare. Così, a margine dell'iniziativa sociale organizzata dalla Cisl al «Samantha della Porta», la fascia tricolore del capoluogo è sembrato toccare con mano una serie di obiettivi cruciali, che la città attende da decenni.

Dopo Pasqua, risorgerà davvero anche Avellino? A domanda, Festa risponde così: «Quando è cominciato il mio mandato, lo avevo anticipato. Avrei avuto la necessità, per i primi due o tre anni, di mettere i conti a posto, sistemare le procedure amministrative, misurarmi con fallimenti e problemi burocratici. È ovvio ne è consapevole che siamo alla prova dei fatti rispetto agli annunci. Ma ora ci siamo, e nei prossimi due anni, quelli che ci separano dal voto, completeremo tutte le incompiute che sono in sospeso da trent'anni. Questa sarà l'amministrazione che finalmente porterà a compimento questi interventi e darà una prospettiva di sviluppo. Non solo al Centro Storico, ma anche riqualificando le periferie e a tutta la città».

II sindaco parte dal cuore antico perché quella parte della città annovera progetti che oggi sono ad un passo dalla realizzazione. La Dogana con l'affidamento per la riqualificazione, il Castello per cui manca l'ultimo miglio, i buchi neri. Ma menzione esplicitamente l'ex Gil, per cui oggi la Fondazione può e deve trovare una soluzione. Ce la faremo? «Assolutamente sì - assicura Festa - Alcuni di questi obiettivi saranno completati nei prossimi mesi, la Dogana entro la fine del mandato. Ma c'è anche il Centro per l'Autismo, la Metro leggera, le case comunali», ricorda. Perché in tre anni si sia proceduto così a rilento - sulla Dogana l'incidente con gli archistar Venezia e Fuksas parla da solo non sarebbe dipeso solo da fatti di natura amministrativa: «Affrontare questi problemi, dipanare la matassa fronteggiando un problema sanitario come quello del Covid - si difende il sindaco - non è stato semplice. Ma contestualmente abbiamo lavorato e possiamo dire che finiamo queste opere e le restituiremo, alla città. Compresa la riqualificazione di via Tedesco e viale Italia».

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Festa si sbilancia, dunque, nonostante molte delle opere menzionate necessitino ancora di un via libera ufficiale della Soprintendenza e i tempi siano comunque stretti. Per la Metro, che deve partire a luglio, sono addirittura risicati. Intanto, sulla sua ultima creatura, la Fondazione che dovrà inglobare tutti i contenitori culturali del capoluogo, per restituire loro una funzione e una fruizione, non mancano le polemiche. In particolare, per i criteri scelti da Festa, in qualità di presidente del Consiglio di amministrazione, a nominare gli altri 4 membri. Le associazioni hanno lamentato l'assenza di riferimenti per il mondo del cinema e del teatro. La fascia tricolore, però, smorza: «Non potevamo immaginare di avere il 100 per 100 della condivisione, tanto più si poteva pensare, con 5 componenti compreso il sindaco, di rappresentare tutte le categorie».

Festa come al solito tira dritto, ma la sfida è quanto mai ardua. Per riaprire davvero l'ex Gil, mettere a sistema il Teatro «Gesualdo», e fare lo stesso con Casina del Principe, Villa Amendola e con gli altri contenitori oggi vuoti, serviranno idee, soldi, partner. Per ora non si vedono. Ma da presidente della Fondazione è fiducioso: «Svolgeremo una grande opera di valorizzazione delle strutture e soprattutto un lavoro di diffusione della cultura a tutto tondo in città, agendo su tutte le discipline. Teatro ed ex Gil ribadisce saranno solo le prime strutture. Poi ci occuperemo di tutte le altre».
 

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Il Mattino