De Mita, il cugino oppositore: «Mi dava della pecora rossa»

«Una volta mi disse che ero la pecora rossa della famiglia, ma al di là delle distanze politiche, i rapporti tra noi sono sempre stati di stima reciproca»....

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«Una volta mi disse che ero la pecora rossa della famiglia, ma al di là delle distanze politiche, i rapporti tra noi sono sempre stati di stima reciproca». Giovanni Marino, 72 anni, una vita a sinistra, prima con le frange più estreme, poi col Pci, Pds, e infine col Pd, è il cugino di Ciriaco De Mita («Figli di fratello e sorella»). «Ma io - dice - sto all'opposizione dal 1969 e lo sono tuttora al comune di Nusco dove lui capeggiava la maggioranza». Il locale circolo del Pd - intitolato a Enrico Berlinguer e a Manlio Rossi Doria - è stato tra i primi a esprimere le condoglianze per la scomparsa del vecchio leader Dc. «Il rispetto dell'avversario politico - recita la nota del segretario Emilio Mantellini - è uno dei tratti distintivi della democrazia. Addio a Ciriaco De Mita».

«Lui mi dava della pecora rossa e io gli dicevo Ciriachì, come lo chiamavamo in famiglia, tu in fondo sei leninista, nel Pci avresti fatto carriera. Scherzi a parte, è stato un democristiano a tutto tondo, sempre legato alle radici del popolarismo di sinistra. Una volta gli rimproverai di aver abbandonato il suo pensiero politico per la cultura di governo. E che aveva dato il meglio di sé tra gli anni 50 e 60. Lui non mi rispose. Attese che glielo dicessi un'altra volta in privato e allora sbottò: 'Non hai capito niente', il meglio di me l'ho dato nel 1988 con Gorbaciov e ancora prima quando da ministro del Commercio con l'Estero incontrai Fidel Castro favorendo disgelo nei rapporti». Conclude Marino: La lezione politica che ci lascia è il valore della politica. Non si può cambiare la società senza la politica. E su questo - nonostante le differenze - posso dire che la pensavamo allo stesso modo». 

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Il Mattino