Dissesto ad Avellino, il Pd si sfila: «No al default, prima la sfiducia»

Dissesto ad Avellino, il Pd si sfila: «No al default, prima la sfiducia»
Scontro frontale sul dissesto. Mentre il dirigente alle Finanze, Gianluigi Marotta, si appresta a rilasciare un parere contrario rispetto alla strategia ritenuta indispensabile...

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Scontro frontale sul dissesto. Mentre il dirigente alle Finanze, Gianluigi Marotta, si appresta a rilasciare un parere contrario rispetto alla strategia ritenuta indispensabile dall'amministrazione per riequilibrare il Consuntivo 2017, il super consulente, Vincenzo Cuzzola, ha già chiuso una perizia in cui sentenzia che i presupposti per il default non ci sono. Come se non bastasse, l'amministrazione Ciampi potrebbe concludersi prima del voto sul dissesto. Per il Pd, infatti, il voto va calendarizzato dopo quello sulla mozione di sfiducia protocollata venerdì scorso. Insomma, è caos.


Se il sindaco Ciampi e l'assessore Forgione non vedono alternative al dissesto, Vincenzo Cuzzola, cui Marotta ha chiesto una consulenza, smonta i presupposti sui quali si basa la decisione dell'amministrazione. «Abbiamo condotto un'analisi sui numeri ufficiali del Comune spiega Gli elementi per il dissesto non ci sono. Se avessi un laboratorio di analisi aggiunge direi che, dagli esami fatti, Avellino può guarire. Poi, se mi si chiede perché qualcuno vuole che muoia, non so dirlo». L'assessore al Bilancio ha posto in risalto in particolare il problema dei debiti. Cuzzola la mette così: «Ho visto che si parla di debiti non palesati, ma in bilancio sono stanziate le somme per coprirli». Il consulente, quindi, ha rilasciato una perizia in cui espone la fattibilità di un piano di riequilibrio in pre-dissesto. «Rispetto ad altri piani che ho elaborato, per esempio per Napoli, qui ci sono parametri numerici che mostrano come Avellino possa farcela. In particolare dice - il rapporto tra la massa passiva e la spesa corrente ci dà un risultato risicato del 61 per cento. Questo ci offre la possibilità puntare ad un piano di 15 anni, senza dover necessariamente ricorrere ai 20». Non solo. «Nell'attuale dibattito parlamentare sul Def ricorda si discute della possibilità che il fondo di rotazione, da 300 euro per abitante, possa tornare ad essere erogato subito dopo il voto del Consiglio sul pre-dissesto. Questo vuol dire chiarisce che, prima dell'approvazione della Corte dei conti, Avellino incasserebbe subito 8 milioni. Già a gennaio, potrebbe pagare tutti i debiti ai fornitori». Forgione ha parlato anche di assenza di liquidità di cassa, contenziosi imponenti e ricorso a fondi vincolati. «Criticità sentenzia il tecnico che in questo momento hanno tutti i Comuni da Viterbo in giù». Il muro contro muro è servito. Ciampi, però, tira dritto: «Un sindaco parla con atti amministrativi. Non si può commentare nel merito una delibera di dissesto non ancora adottata e pubblicata. La fattispecie da noi prefigurata ribadisce il primo cittadino - trova il suo principale fondamento nella forte esposizione debitoria dell'ente. Comunque, in fin dei conti, più elementi ci sono di confronto meglio è, perché il Consiglio possa decidere anche tenuto conto di opinioni tecniche diverse da quelle che l'ente adotterà formalmente».
 

Al contrario di quanto trapelato venerdì, però, il voto sul dissesto potrebbe essere svincolato da quello sul consuntivo, previsto il 3 novembre. La sfiducia arriverebbe in aula prima, e con 17 sì, l' amministrazione cadrebbe prima di dichiarare dissesto. Questo scenario, per Livio Petitto, ex presidente del Consiglio e autorevole referente del Pd, è «assolutamente ovvio. La delibera del dissesto ricorda - non è ancora approvata. Dovrà essere inviata al collegio dei revisori, quindi passerà in commissione Bilancio. Solo quando l'atto sarà perfetto si potrà calendarizzarla per il Consiglio comunale. La mozione di sfiducia, atto politico, dovrà arrivare in aula prima». In questo modo, il Pd si sfilerebbe: «La strategia del dissesto non è stata condivisa conferma Petitto c'è un parere negativo del dirigente: perché dovremmo assumerci tali responsabilità di fronte alla Corte dei conti?».
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Il Mattino