Esenzioni irregolari, task force dell'Asl per recuperare i soldi

Sarebbero quasi 10mila gli utenti che dal 2014 avrebbero presentato attestazioni Isee false o incomplete

Mario Nicola Ferrante.
Giro di vite sui furbetti del ticket. L'Asl di Avellino batte cassa e riprende l'attività di recupero crediti, interrotta durante l'emergenza pandemica,...

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Giro di vite sui furbetti del ticket. L'Asl di Avellino batte cassa e riprende l'attività di recupero crediti, interrotta durante l'emergenza pandemica, rimettendo adesso in piedi l'apposito Ufficio.


Stando agli accertamenti eseguiti dal Ministero dell'Economia e delle finanze (Mef), trasmessi poi all'ente di via Degli Imbimbo, sarebbero quasi 10mila gli utenti che dal 2014 in poi avrebbero presentato attestazioni Isee false o incomplete ottenendo così un'esenzione totale o parziale del ticket per usufruire di prestazioni sanitarie e di farmaci. Le richieste di pagamento, dai 2 ai 1000 euro, saranno recapitate tramite raccomandata nelle prossime settimane.

Già a maggio del 2019, l'Asl di Avellino aveva tentato di mettere ordine in questo capitolo, ma quando l'attività dell'Ufficio recupero crediti era a buon punto (in quel periodo erano poco più di 6mila le posizioni irregolari), la pandemia da Covid-19 ha interrotto i programmi: «Abbiamo trovato tutto fermo», spiega il direttore generale dell'Asl di Avellino Mario Nicola Ferrante. «Eppure la gestione del recupero crediti è importante per qualsiasi ente pubblico. Dunque, dal giorno del nostro insediamento (8 agosto 2022, ndr) ci siamo messi subito al lavoro per tentare quanto prima di riprendere un discorso che era stato interrotto, a quanto pare, a causa della sopraggiunta pandemia».


La gestione della campagna vaccinale antiCovid ha assorbito tutte o quasi le energie del personale dell'ente di via Degli Imbimbo: «Nel 2019 - spiega ancora Ferrante - è stato fatto un primo accertamento che ha dato importante risultati. Infatti, in quell'occasione furono scovate migliaia di posizioni irregolari, tra false o incomplete attestazione. Dopodiché l'Asl non è riuscita a riscuotere il dovuto in quanto la gestione dell'emergenza pandemica ha rallentato, in alcuni casi bloccato, tutte le altre attività. Adesso, con la costituzione dell'Ufficio recupero crediti composto da Paola Vitale, collaboratrice assistente amministrativo, e Olimpia Cogliano, assistente amministrativo, riprendiamo l'attività di recupero crediti cercando di smaltire quanto prima tutti gli arretrati accumulati».


L'Ufficio si avvarrà, a richiesta, della collaborazione dell'Unità operativa complessa di Assistenza giuridico legale per dirimere le questioni più complesse. Inoltre, in ogni distretto sanitario (sono 13 in tutto) è stato nominato un referente per agevolare i controlli su base territoriale. Tre anni fa, le associazioni dei consumatori e i sindacati dei pensionati contestarono la procedura definendo «illegittime perché poco chiare le cartelle che erano già state inviate agli utenti». I responsabili provinciali di Federconsumatori, Adoc, Uil Pensionati e Spi Cgil sottolinearono come fosse stato «genericamente comunicato» che in base alle verifiche effettuate dal sistema tessera sanitaria (Sts), su banche dati dell'Agenzia delle entrate, Ministero del Lavoro e Inps, la posizione reddituale-occupazionale per l'anno 2014, su redditi 2013, non coincidesse con quella autocertificata, relativa al codice di esenzione. Immediatamente le associazioni di categoria diffidarono dal pagare le somme contestate. Una dicitura «così generica» che, secondo le organizzazioni dei consumatori, «l'utente avrebbe potuto continuare a sfogliare la lettera nella speranza di trovare informazioni più chiare e precise, imbattendosi, invece, in un rompicapo fatto di numeri e lettere dell'alfabeto che fanno riferimento a situazioni non ben definite».


In effetti, la contestazione consisteva nella semplice indicazione del codice di esenzione usufruito, mentre il motivo era individuato con una lettera dell'alfabeto. Ogni utente avrebbe dovuto quindi associare il suo codice di esenzione e la sua lettera per poter scoprire l'effettivo motivo dell'accertamento. «Questa volta saremo più chiari», assicura Ferrante. «In ogni caso, i referenti dei distretti sanitari sono pronti a offrire assistenza a gli utenti».
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Il Mattino