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Per due anni, in prima linea nella campagna vaccinale anti-Covid. Poi, dimenticati dall'Asl di Avellino che nega a quasi una quarantina di operatori (sanitari e amministrativi) la stabilizzazione. Tutti assunti con contratti a tempo determinato (alcuni tramite un'agenzia interinale), medici, infermieri, operatori sociosanitari e impiegati amministrativi degli hub di Avellino e provincia si rivolgono al direttore generale di via Degli Imbimbo, Mario Nicola Ferrante.
«Vogliamo continuare a impegnarci nella lotta al Covid, le nostre competenze, acquisite durante questa esperienza, non possono essere disperse». Mentre sono state stabilizzate altre figure, assunte sempre durante l'emergenza pandemica ma in forza ai reparti ospedalieri del Frangipane di Ariano Irpino e del Criscuoli-Frieri di Sant'Angelo dei Lombardi, la situazione di stallo riguarda nello specifico 3 medici, 12 infermieri, 5 operatori sociosanitari (Oss) e 16 impiegati amministrativi che hanno consentito, fino a questo momento, la vaccinazione di massa negli hub di Avellino e provincia. «La campagna vaccinale anticovid spiegano in una nota congiunta i 36 lavoratori precari ha garantito l'immunizzazione della popolazione di Avellino e provincia e ha visto protagonisti differenti figure sanitarie e amministrative a supporto.
Il segretario generale della Uil Fpl Avellino, Gaetano Venezia, ha sottolineato: «La stabilizzazione effettuata dal direttore generale dell'Asl di Avellino, Mario Nicola Ferrante, dei dirigenti medici è sicuramente un importante risultato, ma non basta, occorre che nei reparti ci sia personale qualificato e l'Azienda questo personale può reclutarlo mediante altre stabilizzazioni di precari. Per questo abbiamo chiesto a Ferrante di trasformare i contratti a termine del personale reclutato per la pandemia in contratti a tempo indeterminato». Per il momento da via Degli Imbimbo fanno sapere che «alla luce della disponibilità dei nuovi vaccini a Mrna nella formulazione bivalente e al fine di garantire la piena funzionalità dei punti vaccinali aziendali attivi sul territorio di competenza c'è la necessità di prorogare fino al 31 dicembre 2022 il personale impegnato nella campagna vaccinale». A gennaio, gli stessi potrebbero continuare a lavorare «a seguito di eventuali rimodulazioni della campagna vaccinale». Ma di stabilizzazione, per ora, nemmeno a parlarne. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino