Avellino: Isochimica, la Regione: «Progetto finale di bonifica in 6 mesi»

Avellino: Isochimica, la Regione: «Progetto finale di bonifica in 6 mesi»
La Regione Campania detta la road map amministrativa per la bonifica del sottosuolo dell'Isochimica. Scatta il conto alla...

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La Regione Campania detta la road map amministrativa per la bonifica del sottosuolo dell'Isochimica.

Scatta il conto alla rovescia per il Comune di Avellino che avrà sei mesi di tempo per trasmettere agli uffici di Palazzo Santa Lucia il progetto di bonifica o di messa in sicurezza permanente e di tutte le misure necessarie a ripristinare il giusto equilibrio ambientale e ricondurre ad accettabilità il rischio derivante dallo stato di contaminazione del sito di Borgo Ferrovia alla luce della presenza di amianto, tetracloroetilene e berillio riscontrati a 14 metri di profondità. È quanto stabilito dal decreto firmato da Angelo Ferraro, dirigente dell'Unità operativa bonifiche dopo la conferenza dei servizi che lo scorso 26 settembre, riunitasi negli uffici di Collina Liguorini, ha approvato l'analisi di rischio per sito specifica eseguita da una società ferrarese per conto di Piazza del Popolo. Un intervento che il Comune, così come previsto dal decreto ambiente del 2006, eseguirà in danno del soggetto obbligato inadempiente. Non a caso la Regione ha trasmesso il proprio provvedimento anche al Consorzio Asi e alla curatela fallimentare dell'Isochimica.
 
A presentare un ventaglio di ipotesi di intervento sarà la stessa società che ha approfondito lo stato del sottosuolo della fabbrica, la «Sgm Ambiente», così come richiesto dagli enti presenti in conferenza dei servizi. L'ipotesi più accreditata per ora resta quella del biorisanamento anaerobico con riduzione chimica, un intervento poco invasivo perché sarebbe in grado di eliminare il tetracloretilene utilizzando agenti naturali. Mentre, per quanto riguarda l'amianto interrato e rilevato in due punti diversi del piazzale interno dello stabilimento, si opta per procedere con modalità diverse: i due blocchi rinvenuti al centro potrebbero essere tombati e, dunque messi in sicurezza in modo permanente, mentre gli altri due cumuli individuati nelle adiacenze del confine laterale dello stabilimento saranno rimossi. Un lavoro che, complessivamente, non dovrebbe essere particolarmente oneroso: la cifra trapelata dovrebbe essere di circa seicentomila euro, tesoretto in larga parte già in cassa considerando le economie di gara del primo intervento della grande bonifica superficiale che ha portato alla rimozione di oltre cinquecento cubi in cemento e amianto.

Entro dicembre intanto si proseguirà con la progettazione esecutiva del secondo lotto del risanamento superficiale. Un lavoro, già finanziato con tre milioni e mezzo di euro, che porterà all'eliminazione di tutti i rifiuti superficiali, come carrozze, vecchi rotabili, traversine ferroviarie, dispositivi di sicurezza. Elementi che saranno caratterizzati uno per uno, per poi essere classificati e smaltiti in discariche autorizzate al trattamento di rifiuti contenenti amianto.
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Il Mattino