Sbiadita per il passare del tempo così come spesso è stata la memoria degli avellinesi, la targa in ricordo delle ventisette vittime dell'ex Isochimica...
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Un impegno dal forte valore simbolico a poche settimane dalla morte dell'ultimo operaio della fabbrica killer, Giovanni Venezia, e dallo scontro a distanza avuto tra le vedove dell'ex Isochimica e rappresentanti politici che avevano annunciato, in piena campagna elettorale, visite davanti ai cancelli. Recuperare la memoria e dimostrare solidarietà ai lavoratori e ai familiari dei colleghi defunti, questo lo spirito che ha mosso Iannaccone. «E' solo un modo come un altro per far sentire a queste persone che non sono sole, che c'è chi non dimentica quello che è accaduto e che ancora sta accadendo» commenta lo scultore. Iannaccone era compaesano di Luigi Maiello, ex scoibentatore morto il 14 febbraio del 2013 consumato da un violentissimo mesotelioma pleurico che, negli ultimi tempi, lo aveva costretto a letto attaccato h24 ad una bombola d'ossigeno. Da quel giorno sua moglie Antonietta Tomeo non ha mai smesso di portare avanti, dentro e fuori l'aula di tribunale napoletana in cui si sta svolgendo il processo per la sua morte, la sua battaglia per la verità e la giustizia. Proprio lei, che con il suo esile corpo aveva impedito pochi giorni fa «le strumentalizzazioni elettorali» specifica che la targa tornerà al suo posto solo dopo il turno di amministrative.
«Il ripristino di questo ricordo dovuto per tutte le vittime, era un pensiero che mi assillava da tempo. Faceva male vedere quella scritta sbiadita, ormai illeggibile. A nome di tutti gli ex operai Isochimica- dice la signora Tomeo- ringrazio Tonino Iannaccone che ha preso a cuore la questa iniziativa. La nostra battaglia continua e non si fermerà: la targa la riporteremo solo dopo le elezioni e i fiori ai nostri morti li metteremo noi». Un lampo di luce nel buio della solitudine in cui spesso gli ex scoibentatori sono stati lasciati. «Finalmente qualcuno di buona volontà che in modo spontaneo e gratuito, senza avere alcun interesse, ci dimostra concretamente la sua vicinanza» commenta Carlo Sessa. Proprio l'ex operaio volto simbolo della vertenza Isochimica, si appella al prossimo sindaco di Avellino affinché non solo non rimuova quel ricordo, ma «intitoli la strada che porta allo stabilimento alle vittime dell'Isochimica. Sarebbe davvero un segnale importante della volontà della città di non coltivare la memoria di questa mattanza».
Si dice felice dell'intervento di Iannaccone anche Tony Della Pia, segretario del Prc e autore della targa originale: «l'idea comune della lapide, rappresentò per noi un modo per segnare un punto fermo, una testimonianza scritta, una spina nel fianco dei tanti responsabili di quella infinita tragedia. Lo scorso anno sotto una pioggia imperterrita provammo a rinnovarla, ma sempre dotati di strumenti poveri. Nessuno si è mai proposto di versare un centesimo per ristrutturarla, finalmente ci pensa un artigiano».
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Il Mattino