L'Irpinia intossicata dai roghi: Avellino in una cappa di fumo

L'Irpinia intossicata dai roghi: Avellino in una cappa di fumo
Sanzioni fino a 500 euro per chi incendia residui vegetali sul suolo comunale. L'ordinanza anticipata da Il Mattino è finalmente ufficiale. ...

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Sanzioni fino a 500 euro per chi incendia residui vegetali sul suolo comunale. L'ordinanza anticipata da Il Mattino è finalmente ufficiale.


Il Comune di Avellino batte finalmente un colpo sulla drammatica vicenda dell'emergenza ambientale del capoluogo. Il dispositivo firmato dal sindaco, Gianluca Festa, e preannunciato dall'assessore all'Ambiente, Giuseppe Negrone, rappresenta un primo intervento per contrastare una vera e propria escalation. A differenza degli altri comuni dell'hinterland, il capoluogo vieta i roghi sette giorni su sette. E soprattutto annuncia salate sanzioni. «L'abbruciamento di materiali, anche vegetali si legge nel provvedimento è sanzionato penalmente e in via amministrativa. Il divieto totale prosegue l'ordinanza perdurerà fino a nuovo provvedimento». Dunque a tempo indeterminato.

Il Comune di Avellino si sveglia, e rende anche noto che «saranno effettuate, in sede di applicazione della presente ordinanza, verifiche periodiche sull'andamento dei parametri dell'inquinamento atmosferico, al fine di valutare la possibilità di porre in essere ulteriori misure migliorative». Resta il problema dei controlli, che risultano assolutamente blandi e - recita l'ordinanza - «sono demandati agli organi e alle attività competenti». Ma i vigili sono pochi e le forze dell'ordine finora non hanno saputo arginare il fenomeno. Avellino si muove nel giorno in cui l'Arpac censisce il terzo superamento consecutivo alla centralina di via Piave, che arriva così alla quota monstre di 43 dall'inizio dell'anno (in tutto ne sono consentiti 35 fino al 31 dicembre). E mentre i dispositivi mobili della rete Aura continuano a testimoniare una condizione drammatica. L'aria resta irrespirabile in diversi punti della Valle del Sabato. Nella giornata di ieri, in ben nove punti della Valle, dal lato occidentale della città di Avellino, il tasso limite fissato dalla legge, 50 microgrammi di pm10 al metro cubo, veniva superato fortemente.

Di qui l'ennesima levata di scudi degli ambientalisti e la chiamata ai sindaci: «Gli abbruciamenti sono motivo di inquinamento dice il presidente di Legambiente Avellino, Antonio Di Gisi. Detta semplicemente, ci si ammala e si muore. Vogliamo davvero piangere i nostri cari? I sindaci intervengano, vietando gli abbruciamenti e proponendo agli agricoltori dei metodi di smaltimento che non vadano ad inficiare la salute pubblica. Fino a quel momento, altro che ambientalisti sarete semplicemente dei complici».


Un vero e proprio atto di accusa, insomma, che l'opposizione di Palazzo di Città rilancia: «Sono contento che l'assessore e il sindaco abbiano preso in considerazione questo fenomeno, che in questo periodo dell'anno rappresenta una delle cause fondamentali dell'inquinamento in città - rileva il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Ferdinando Picariello - Ma il problema smog nasce anche dai comuni limitrofi. Quindi non basta fare un'ordinanza, bisogna coordinarsi con gli altri sindaci per un'unica linea».


Gli abbruciamenti, poi, sono solo uno dei fattori che determinano le Pm10. «C'è la mobilità, che va rivista completamente - continua Picariello - con l'introduzione di bus ecosostenibili, e occorrono poi soluzioni alternative, che oggi ad Avellino sono assolutamente un tabù». Quindi i riscaldamenti. «È arrivato il momento dice ancora Picariello di avviare davvero dei controlli sulle emissioni da riscaldamento, che diventeranno preponderanti tra qualche settimana, e faranno schizzare le polveri ancora più su. E non da ultimo, bisogna intervenire sul traffico automobilistico». Per il consigliere di opposizione, insomma, non ci sono dubbi: «Bene l'ordinanza, ma arriva con un po' di ritardo e bisogna fare di più. Soprattutto chiosa con il coinvolgimento degli altri primi cittadini. Non basta evitare le pratiche agricole e se poi non so fornisce un'alternativa ai coltivatori. In altre città lo si è già fatto». A proposito di inquinamento, questa mattina, Picariello parteciperà alla richiesta riunione sull'amianto in città. Quarant'anni anni dopo il terremoto, anche questa è una dura realtà nel capoluogo.
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Il Mattino