«La cover per iPhone 15 “animal free” non è eco ma deriva dal petrolio»

L'indagine dell'industria conciaria

«La cover per iPhone 15 “animal free” non è eco ma deriva dal petrolio»
Il nuovo iPhone 15 lanciato da Apple apre una discussione nei distretti conciari. La questione riguarda il nuovo materiale animal free noto come «FineWoven» scelto da...

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Il nuovo iPhone 15 lanciato da Apple apre una discussione nei distretti conciari. La questione riguarda il nuovo materiale animal free noto come «FineWoven» scelto da Apple e utilizzato al posto della pelle per le cover del nuovo iPhone 15. Ed è scontro in termine di soluzioni green. A sollevare il caso è l'Unic (unione nazionale industria conciaria) che non ha accolto con favore la scelta dell'azienda multinazionale statunitense. L'azienda dei melafonini è nota per suoi dispositivi multimediali che ha deciso di produrre ripudiando la pelle promuovendo il nuovo materiale animal free, noto come FineWoven, superiore in termine di rispetto ambientale. Unic-concerie italiane ha così commissionato una ricerca comparativa ad Ars Tinctoria, un laboratorio specializzato in ricerca analitica organica sui materiali che ha chiarito: «FineWoven è un derivato del petrolio». Lo studio dimostra «esattamente il contrario rispetto al cortometraggio in stile hollywoodiano - spiega Unic - dove FineWoven è stato messo a confronto sotto il profilo delle prestazioni tecniche e ambientali con i pellami utilizzati in passato dalla multinazionale di Cupertino per confezionare le cover degli iPhone. Il risultato non lascia dubbi: FineWoven risulta essere un materiale di origine fossile che esprime un livello di durabilità insufficiente e incomparabile con la pelle. Insomma: non è green come viene presentato per migliorare la sostenibilità dei propri prodotti».

Inoltre sul piano della sostenibilità ambientale «è stata analizzata - riprende Unic - la composizione microscopica e bio-based dei due materiali. In altre parole la quantità di carbonio biologico (quindi non fossile) presente. I risultati delineano come la pelle analizzata abbia una struttura compatta, con assenza di polimeri interfibrillari, e una composizione bio-based al 99%. FineWoven invece, no, perché è totalmente di origine fossile. È un derivato del petrolio. È un materiale plastico difficilmente recuperabile. Rimarrà come rifiuto in natura per migliaia di anni, con annesso rischio di produzione di micro/nano plastiche, la cui pericolosità per ogni essere vivente sul pianeta è stata più volte accertata. Inoltre FineWoven è il contrario di un materiale green e non garantisce la stessa durabilità della pelle. Va ricordato invece che la pelle è un materiale naturale, riciclabile, di origine biologica, che, a fine vita del prodotto, tornerà in natura in tempi ragionevolmente rapidi». Sul piano prestazionale «è stata misurata la resistenza all'abrasione con una simulazione dell'uso quotidiano dell'oggetto - sottolinea Unic - la pelle ha resistito senza mostrare alcun tipo di alterazione (né di colore né di superficie del materiale), mentre FineWoven ha resistito solo a 1600 cicli, con evidente alterazione del colore e abrasione superficie. I consumatori anche hanno espresso online forti perplessità sulla sua resa qualità».

Dunque considerato anche lo studio del materiale, in conclusione: «FineWoven non è per nulla paragonabile e alternativo alla pelle - dichiara Unic - ed è stato dimostrato che è una scelta sbagliata ed è soltanto l'ennesimo tentativo (costoso, visto che una cover realizzato con questo materiale è venduta su apple.com a 69 euro al pezzo) di costruire una narrativa di marketing non trasparente per il consumatore e ingiustamente penalizzante per il settore conciario e per la pelle che rimane, anche in questo caso, l'unica vera, realistica e credibile alternativa come dimostrato anche dall'analisi comparativa e dalla ricerca completa realizzata su nostra richiesta dal laboratorio indipendente Ars Tinctoria».

 

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Il Mattino