La nuova crisi idrica, Ciarcia: «Distribuite solo acqua potabile»

La nuova crisi idrica, Ciarcia: «Distribuite solo acqua potabile»
«La portata delle sorgenti non è in discussione ma l'aumento degli assorbimenti della risorsa è un fatto acclarato e su questo versante stiamo attuando un...

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«La portata delle sorgenti non è in discussione ma l'aumento degli assorbimenti della risorsa è un fatto acclarato e su questo versante stiamo attuando un monitoraggio quotidiano. Precisato questo aspetto, nessuno, nei giorni scorsi, dall'Alto Calore ha parlato di crisi idrica, abbiamo solo comunicato delle raccomandazioni ai sindaci legate proprio ai maggiori consumi innescati dall'eccezionale ondata di calore delle ultime settimane. Fattore che sta determinando la diminuzione dei livelli nei serbatoi comunali». In realtà Ciarcia ha sollecitato con una lettera del 12 giugno invitava i sindaci dei comuni soci «ad emanare un'ordinanza tesa per il resto della stagione estiva a limitare all'indispensabile il consumo di acqua potabile su tutto il territorio comunale».


L'amministratore dell'azienda chiarisce la situazione e risponde alle accuse della Filctem Cgil e alle lamentele del sindaco di Lioni, incassate dopo le prime chiusure notturne della stagione.

«Il problema spiega ci tengo a precisarlo non è legato all'acquedotto esterno che solo in casi straordinari potrebbe registrare dei cali nella risorsa disponibile ma, comunque, non in questo periodo. La portata delle sorgenti, infatti, se in inverno non si è accumulata neve che ricarica le falde o se la pioggia è stata scarsa, ne risente tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre. In questo momento, invece, parliamo di una concreta lievitazione dei consumi. In casi del genere gli unici rimedi sono le chiusure notturne per permettere ai serbatoi locali di ricaricarsi o l'aumento della dotazione per i singoli comuni. La seconda opzione, però, ora non è ipotizzabile per motivi operativi e di opportunità legati anche alla grossa dispersione idrica delle reti di distribuzione».

 

Ciarcia così ha scritto ai sindaci: «un semplice appello alla sensibilità collettiva ad un uso parsimonioso dell'acqua, nell'interesse generale. Invito che alcuni sindaci hanno preso come spunto per una utile ordinanza».
In pratica si è vietato, ad esempio, di utilizzare le risorse idriche dell'acquedotto per innaffiare orti e giardini privati, irrigare i campi, lavare auto e veicoli in genere o cortili, riempire vasche e piscine. Insomma, un richiamo generale al buon senso. «Abbiamo semplicemente detto a tutti i cittadini riprende Ciarcia - di evitare ogni inutile spreco e collaborare con le forze di polizia del territorio, preposte alla notifica e al controllo. Del resto, in questo periodo i maggiori assorbimenti li registriamo nelle campagne e nelle contrade con usi impropri. Dunque, l'acqua c'è ma, tra consumi sconsiderati e perdite, può capitare di dover effettuare una razionalizzazione per ripristinare i quantitativi. Finora è toccato, e solo durante la notte, a Lapio e San Mango. Mentre la chiusura di Lioni, che non è stata comunicata con una nota ma il sindaco ha parlato direttamente con un agente tecnico del posto, è rientrata, proprio perché gli assorbimenti sono diminuiti nel corso della giornata. Le critiche e le accuse, quindi, sono partite per due casi su 126 comuni serviti. Probabilmente si punta l'indice in maniera un po' troppo frettolosa. Noi eseguiamo ispezioni quotidiane che con l'attuale personale è molto complicato e auspichiamo la collaborazione dei sindaci. Purtroppo i progetti di telemisura e telecontrollo da remoto, pronti da tempo, non ci vengono finanziati».

Ciarcia esclude razionamenti: «Non ci sono piani rigidi di rotazione con chiusure fisse ma una certa flessibilità in base alle esigenze. Solo per i comuni che storicamente soffrono di più si può immaginare una programmazione». Infine, Ciarcia risponde anche sulla questione riorganizzazione: «È pronta e lunedì convocherò i sindacati per discuterne. Non capisco, però, perché tutte le proteste arrivino solo adesso, mentre sono impegnato a risolvere problemi enormi per il futuro dell'azienda. La struttura interna è saltata nel 2011 con lo schema a matrice imposto dall'allora presidente Abate. Perché in quella circostanza nessuno disse niente?».
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Il Mattino