«Anche quest'anno scolastico è finito senza che la Provincia abbia indicato soluzioni per far uscire il liceo scientifico Mancini da questo impasse che lo vede...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
E aggiunge «Nessuna novità né su una riapertura della sede né su una possibile alternativa che ricompatti l'istituto. Un altro anno così, però, non siamo disposti a viverlo». E sulla stessa lunghezza d'onda incrocia l'istanza della portavoce dei docenti del Mancini, Manuela Muscetta, che parla di una «penalizzazione non più sopportabile, oltre che dagli stessi insegnanti, dagli studenti e dal personale della scuola». Oltre all'imminente conclusione delle lezioni, il ritorno deciso sulla questione coincide con il tavolo tecnico previsto per domani a Palazzo Caracciolo. Un confronto con il professore Bruno Calderoni, docente di Tecnica delle Costruzioni all'Università Federico II di Napoli e già consulente della Provincia durante l'incidente probatorio, che presenterà la sua relazione rispetto allo stato della palestra, lato ex Amabile.
La struttura, nonostante sia stata chiusa dallo stesso ente di piazza Libertà tre anni fa, è finita con il diventare la nuova causa di pericolo (dopo i carichi verticali e la vulnerabilità sismica) per il liceo scientifico e per questo oggetto di accurati accertamenti nel marzo scorso. Proprio i risultati di queste verifiche, inerenti principalmente il rischio di crollo della copertura e il grado di ammorsamento con il resto dell'edificio, saranno presentati all'incontro con il presidente della Provincia Domenico Biancardi, il dirigente del Settore Tecnico Antonio Marro, il responsabile del Servizio Edilizia scolastica, Giovanni Micera, il funzionario Fernando Pisano, e, l'avvocato Luigi Petrillo.
Indiscrezioni sembrerebbero indicare una situazione migliore di quanto previsto che potrebbe essere gestita senza problemi con una puntellatura del corpo di fabbrica. Eliminando, così, qualunque rischio di crollo e mettendo al riparo il resto del plesso e i suoi occupanti. In attesa di una descrizione dettagliata e della decisione ufficiale da parte della Provincia rispetto al percorso da seguire per chiedere il dissequestro del Mancini, però, gli animi dei diretti interessati cominciano a surriscaldarsi. «Dopo tanto silenzio riprende Rossani come Consiglio d'Istituto lo scorso 21 maggio abbiamo chiesto a Biancardi una convocazione urgente per una sede unica ma non abbiamo avuto nessuna risposta. Il rischio è che molti spostino i propri figli altrove». A protestare anche gli insegnanti che avevano avuto ampie rassicurazioni che questo per lo scientifico sarebbe stato l'ultimo anno dello spacchettamento tra via Zigarelli, Provveditorato ed ex succursale dell'Ipia Amatucci di via Ferrante. «Poco prima di Pasqua afferma la professoressa Muscetta ci era stato detto che si stava lavorando su due progetti: uno volto a puntellare la palestra, l'altro al suo rifacimento. Poi più nulla. Speriamo che questo tavolo tecnico possa indicare una strada. Difficoltà organizzative e logistiche a causa delle tre sedi diverse e due plessi su tre non hanno palestra e laboratori». E poi incalza Procura e Palazzo Caracciolo: «La sentenza del Riesame ha dimostrato l'infondatezza delle indagini. Era da tempo che quella palestra non veniva utilizzata. Eppure da dicembre ad oggi nessun progetto compiuto ma solo il rilievo della lentezza con cui la Provincia si muove». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino