Metropolitana leggera «strozzata» nel traffico tra strettoie e furbetti

43 minuti per 11 chilometri senza neanche i passeggeri

La filovia di Avellino
Quarantatre minuti per un anello di undici chilometri. La filovia che ieri mattina ha cominciato ufficialmente l'ultima settimana di pre-esercizio per le vie della...

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Quarantatre minuti per un anello di undici chilometri. La filovia che ieri mattina ha cominciato ufficialmente l'ultima settimana di pre-esercizio per le vie della città sembra risentire fortemente del traffico cittadino. Perché il tempo medio impiegato per compiere la circolare da Borgo Ferrovia a viale Italia, fino al ritorno alla stazione di Avellino, è già di per sé lungo. E lo è nonostante la Metro non abbia a bordo alcun passeggero e, dunque, per ora, non debba fermarsi mai.

A regime, dunque, i tempi potrebbero raddoppiare. E da questo punto di vista, c'è certamente ancora molto da lavorare. La Metropolitana leggera incontra le maggiori difficoltà di percorrenza dalla parte est di Avellino. E, in generale, dove viaggia senza le corsie preferenziali. Cammina dunque a rilento a via Tedesco, dove l'incrocio con gli altri autobus in direzione contraria viene messo a serio rischio se ci sono auto in sosta vietata. Il che succede dal lato del Comando della Polizia municipale, ma anche quando si gira a destra verso via Circumvallazione. Sul lato destro, prima dell'imbocco della prima corsia preferenziale, le auto in sosta vietata nel curvone sono numerose.

Qui la filovia comincia a camminare a passo spedito, mentre le code sono la regola sulla corsia parallela, dove gli automobilisti avanzano a passo d'uomo, anche per la presenza di lunghe file di mezzi parcheggiati in divieto, dal lato del Conservatorio. Le auto vanno continuamente nel pallone.
Molti guidatori invadono la corsia della Metro. All'altezza della rotatoria, il traffico è feroce. Ma la filovia, grazie ai cordoli che delimitano un percorso riservato, sfila solitaria lungo via Circumvallazione, via Guarini, dalle parti del Tribunale, a via Colombo e via Cavour. La situazione si complica inevitabilmente quando si arriva dopo un passaggio a Valle e via Perrottelli a via Roma. Qui si cammina in mezzo alle auto e agli altri bus urbani. Il mezzo finisce nel traffico e deve dribblare le auto parcheggiate male. A Corso Europa procede in modalità diesel, a dispetto della riduzione degli impatti, e così a Piazza Libertà e via Nappi. La curva verso Corso Umberto, all'altezza di Piazza Amendola, è impegnativa.

Poi comincia l'ultimo lungo tratto verso la stazione. Il bus si ferma all'altezza del Castello, dove la strada è ristretta ulteriormente dai cantieri, per riagganciarsi ai fili e tornare in modalità elettrica. Al netto della riga gialla che delimita la sua corsia, la strada è un colabrodo assoluto. Un minuto per il collegamento con i cavi, e riparte fino alla Stazione ferroviaria. Ma va detto che non si sono verificati particolari inconvenienti. «Buona la prima - dice il dirigente Air Carmine Alvino - i bus continueranno a circolare in questa settimana, poi valuteremo eventuali correttivi». Anche se, nel corso della prima giornata di pre-esercizio, sono stati solo 4 i mezzi che si sono visti in città.

Uno dei due mezzi è stato ripreso in difficoltà all'altezza di Corso Umberto, nel collegamento con la linea aerea, e ha dovuto proseguire in modalità diesel.
Gli intoppi, dunque, non sono mancati, come era prevedibile. Ma non tutti i mezzi sono pronti. Dall'Albo pretorio del Comune, si apprende che 1 dei mezzi necessita ancora di revisione. E servono altri soldi pubblici: «In considerazione delle ulteriori attività resesi necessarie anche alla luce di quanto richiesto da Ansfisa in sede delle verifiche effettuate, occorre prevedere un' ulteriore somma aggiuntiva si legge - anche per i materiali di ricambio, anche di scorta, e di manodopera aggiuntiva, nella misura di 25.000».


Il primo giorno di pre-esercizio della filovia racconta, dunque, le difficoltà di un'opera attesa per oltre 20 anni e che tra una settimana - salvo ulteriori problemi - dovrà aprire le porte al pubblico. Sarà questo il test più impegnativo e delicato. Perché se i cittadini non cominceranno a salire sulla filovia - al costo di un biglietto tradizionale - l'opera sarà finanziariamente ingestibile. E qui la partita non è ancora nemmeno cominciata. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino