Montella: anche i cannoni per allontanare i cinghiali dai castagneti

Produzione in calo ques'anno ma qualità migliore

Un cannone sonoro per spaventare i cinghiali
Neppure le cannonate riescono a spaventare i cinghiali che scorrazzano nei pregiati castagneti dell'areale Igp di Montella. Alcuni produttori hanno installato dei dispositivi...

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Neppure le cannonate riescono a spaventare i cinghiali che scorrazzano nei pregiati castagneti dell'areale Igp di Montella. Alcuni produttori hanno installato dei dispositivi detti cannoni" che sparano colpi sonori nella notte nel tentativo di tenere lontano gli onnivori ungulati diventati l'incubo degli agricoltori. Sono il "nemico aggiunto" dei castanicoltori, l'annata non è delle migliori: raccolta in ritardo, poco prodotto per ora e quel poco deve essere difeso dai cinghiali. I castagneti nell'arco dell'anno sono stati messi a dura prova dalle anomalie climatiche: la primavera piovosa e fredda, il caldo estivo intenso, le escursioni termiche dell'ultimo mese hanno stressato le piante.

Roberto Mazzei, direttore del distretto della castagna e dei marroni della Campania nonostante tutto invita alla cautela: «La raccolta ancora deve entrare nel pieno, è in ritardo, i ricci sopra le piante sono ancora verdi, sicuramente la produzione rispetto allo scorso anno è in ribasso, ma la qualità è superiore, c'è una buona pezzatura. Purtroppo i cinghiali sono la ciliegina sulla torta in questo contesto». Mazzei invia un messaggio rassicurante a chi fino al 5 novembre si recherà tra Bagnoli e Montella per le tradizionali sagre: «L'area Igp di Montella rappresenta il più importante bacino castanicolo d'Italia e tra i più importanti d'Europa, le castagne per le sagre ci sono e sono del nostro territorio».

Quella del noto produttore Salvatore Malerba, invece, è un'analisi che tiene conto del futuro di questo settore: «La Regione Campania deve programmare una sperimentazione sui castagneti alla luce dei cambiamenti climatici. Purtroppo perdiamo quote di mercato, quest'anno avremo rispetto allo scorso anno un 20, 25% di produzione in meno. Il cinipide nell'ultimo decennio ha indebolito le piante, che in questo momento sono come una persona con le difese immunitarie basse. Le piogge primaverili hanno messo in crisi l'impollinazione, le escursioni termiche dell'ultimo mese con caldo intenso di giorno e notti fredde hanno peggiorato la situazione, molti ricci sono vuoti». Malerba parla dell'allarme cinghiali: «Sia io che altri produttori abbiamo installato dei cannoni nei castagneti che sparano nella notte, purtroppo ignorano pure i boati. I cinghiali sono intelligenti mangiano le buone e lasciano le marce».

Salvatore Vestuto, ex sindaco e produttore pone l'accento sui costi: «La cura dei castagneti hai dei costi alti da sostenere. I cinghiali, prima hanno letteralmente arato i castagneti, ora mangiano le poche che cadono». Antonio Giannotti della azienda "Perrotta" è ottimista a metà: «C'è un calo della produzione, ma la qualità rispetto allo scorso anno è decisamente migliore». 

 

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Il Mattino