«Paladelmauro nel caos ormai è terra di nessuno»

«Paladelmauro nel caos ormai è terra di nessuno»
Da punta di diamante delle strutture sportive comunali a «terra di nessuno». La parabola discendente del «Palazzetto dello Sport» arriva in Consiglio...

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Da punta di diamante delle strutture sportive comunali a «terra di nessuno». La parabola discendente del «Palazzetto dello Sport» arriva in Consiglio comunale. L'ordine del giorno depositato ieri in presidenza porta la firma dei consiglieri Nicola Giordano, del Pd, e Amalio Santoro, capogruppo di «SiPuò». E riaccende i riflettori su un patrimonio comunale mai messo a reddito. Dopo i casi eclatanti dello stadio «Partenio-Lombardi» e della Piscina comunale, che fanno il paio con la mancata gestione dell'Eliseo e delle strutture culturali, l'opposizione ufficialmente apre la discussione sul «PaladelMauro». Le associazioni sportive di basket e calcio a 5, il centro vaccinale dell'Asl, l'hub per i profughi ucraini, di fatto, funzionano in un'opaca autogestione. E Giordano parte proprio da qui: «La struttura è diventata terra di nessuno, non essendoci una regolamentazione e essendo presenti tante attività, alcune non certo compatibili con la destinazione sportiva. Questo dice incide negativamente sul Comune, tanto dal punto di vista dei costi, che della gestione dell'afflusso».

A differenza di ciò che è accaduto per la Piscina comunale dove il Comune si è dovuto sobbarcare 2 milioni e mezzo di euro di debiti, e sullo Stadio, dove l'Us Avellino non paga da 3 anni ma rivendica crediti per i lavori svolti, qui le morosità sarebbero minime.
Il presidente della commissione Bilancio ha già portato i conti nell'organismo comunale, e risulterebbero perdite mensili di alcune migliaia di euro. Ma non c'è solo questo: «Occorre un coordinamento per gestire la sicurezza, ma manca denuncia - persino un custode. Questa autogestione, confermata dall'assessore Giacobbe, non ci mette in condizione di sapere chi apre e chi chiude la struttura. E si concretizza evidenzia in danni eclatanti, come la recente rottura del canestro, di cui veniamo a sapere solo a cose fatte. Perché nei fatti ognuno fa ciò che vuole». Ecco dunque la proposta.

«E' necessario che il Comune si riprenda la regia sulla gestione, rideterminando i costi per le associazioni sportive e chi ne fruisce sulla base di ciò che l'ente spende». Nella proposta delle opposizioni, poi, torna centrale il personale dell'Acs. La partecipata del Comune ha uomini che potrebbero occuparsene. «La nostra idea è restituire una funzione alla partecipata continua Giordano all'interno di un piano economico che ci metta finalmente in condizione di portare a reddito la struttura. Per contratto, l'Acs ricorda può occuparsi anche delle manutenzioni». Messaggio chiaro, nel frattempo il Comune accumula solo passività con i propri beni. «Al di là della gestione corrente ricorda Nicola Giordano come per la Piscina comunale, grava sulle spalle del Comune un mutuo non pagato con il Credito sportivo. Insomma, ci stiamo solo rimettendo». Succede inoltre per le utenze e per l'energia, visto che la struttura «non rientra nel project financing che mette insieme gli altri beni comunali». - ricorda il consigliere - Un dato oggettivo, quello messo in risalto dall'ordine del giorno di Giordano e Santoro, che è addirittura lampante osservando il triste destino della Piscina comunale. Anche qui, Giordano torna alla carica incalzando l'amministrazione e segnatamente il Patrimonio. Più di un mese fa, infatti, il Consiglio comunale aveva votato un ordine del giorno all'unanimità, in cui l'amministrazione si impegnava per l'estinzione del diritto di superficie dei precedenti gestori, in modo da poter poi pubblicare un nuovo avviso per un project financing che desse una nuova gestione alla struttura. Tutto poggiava su una delibera di giunta che era stata data già per approvata, ma che ad oggi non è ancora comparsa sull'Albo. Dunque non ha efficacia. E allora il consigliere non ci gira intorno, tanto più che la Piscina è chiusa da oltre 2 anni e di questo passo resterà nell'abbandono: «Dove sono finiti i documenti che erano stati messi in campo per dare attuazione al deliberato votato in Consiglio comunale? Sul patrimonio affonda è giunto il momento di smetterla di giocare».

 

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Il Mattino