Assolto perché il fatto non sussiste. Dopo circa un'ora di Camera di consiglio il presidente del Collegio giudicante del Tribunale di Sondrio, Pietro...
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«Ora è finito un incubo - ha affermato il dottor Spellecchia,affiancato dal suo avvocato Giuseppe Romualdi - e voglio subito tornare a lavorare nell'ospedale di Chiavenna e riprendere in mano la mia vita, rovinata in questi anni da accuse infamanti. Non pensavo che i giudici del Tribunale di Sondrio avrebbero
avuto il coraggio di assolvermi, temevo nei condizionamenti di una piccola realtà locale. Devo ricredermi: giustizia c'è stata perché non ho mai fatto nulla contro le donne». «È stato un vero calvario - confessa il professionista - e ho anche pensato di suicidarmi. Ora chiedo all'Azienda sanitaria, di cui sono ancora dipendente, ma sospeso dal servizio, di ridarmi il mio posto di lavoro a Chiavenna per continuare a svolgere la mia professione in ospedale, come ho sempre fatto con correttezza e scrupolo prima dell'ingiusto arresto». All'uscita dal Tribunale tante donne, che hanno sempre creduto nella sua innocenza, lo hanno applaudito e abbracciato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino