Processo Aste ok, Formisano dai domiciliari al carcere

Accolta la richiesta del pm Woodcock

Il tribunale di Avellino
Dagli arresti domiciliari, al carcere di Bellizzi Irpino. Da mercoledì sera per Gianluca Formisano - 39enne, ingegnere di Serino, imputato nel processo Aste Ok per aver...

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Dagli arresti domiciliari, al carcere di Bellizzi Irpino. Da mercoledì sera per Gianluca Formisano - 39enne, ingegnere di Serino, imputato nel processo Aste Ok per aver condizionato, secondo l'accusa, una procedura fallimentare nel comune di Montoro - è stato disposto un aggravamento della misura cautelare su richiesta del pubblico ministero della Dda di Napoli, Henry John Woodcock. Il pubblico ministero, nel corso dell'udienza per il processo sul condizionamento delle aste giudiziarie, ha chiesto prima l'acquisizione delle dichiarazioni rese a sommarie informazioni da Ciriaco e Caterina De Nardo padre e figlia di Montoro e per Daniela Marra. Al termine della prima camera di consiglio il tribunale di Avellino di Avellino, presieduto dal giudice Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, ha dapprima rigettato la richiesta. Ma il pubblico ministero dell'Antimafia ha riformulato la richiesta chiedendo anche al tribunale di fare una valutazione d'ufficio del regime cautelare per l'imputato Gianluca Formisano (fino a quel momento era sottoposto agli arresti domiciliari).

Dopo cinque ore di camera di consiglio il collegio giudicante ha accolto la richiesta di acquisizione delle sit per Ciriaco e Caterina De Nardo. Nessuna acquisizione per Daniela Marra. Infine ha disposto anche l'aggravamento della misura senza renderlo noto in aula. Dunque sono state accolte tutte le richieste del pubblico ministero della Dda. Alla base della richiesta di aggravamento della misura per Formisano, difeso dall'avvocato Carlo Taormina il deposito di alcune comunicazioni intercorse «tra l'utenza di De Nardo Caterina e Formisano Gianluca e dalla quale si evincerebbe che i testi De Nardo Caterina e De Nardo Ciriaco siano stati destinatari di offerta di denaro o di altre utilità in riferimento a situazioni economiche di De Nardo Ciriaco in relazione alla procedura d'asta indicata in imputazione». Inoltre i giudici hanno anche ritenuto, come già rilevato nell'ordinanza di acquisizione dei verbali di sommarie informazioni come sempre dagli atti, che il condizionamento di padre e figlia sia stato determinato dallo stesso Formisano. In particolare alcuni passaggi emersi dalle chat depositate dal pubblico ministero Henry John Woodcock hanno evidenziato che c'era una comunicazione assidua negli anni tra Caterina De Nardo e Gianluca Formisano, gestore della società Arca di Noè con sede a Serino sequestrata dagli inquirenti nel 2019 in quanto considerato vicino all'indagato principale nell'inchiesta Aste Ok, Armando Aprile (in carcere).

Gli inquirenti sostengono, inoltre, che Gianluca Formisano abbia proceduto, prima dell'audizione in aula, a concordare la versione che la teste Caterina De Nardo poi ha fornito nel corso della deposizione il 16 settembre del 2022. Prospettazione accusatoria che sarebbe emersa dall'analisi della chat in quel periodo. Tutti motivi per cui, alla luce della violazione delle prescrizioni imposte a Formisano al momento dell'applicazione della misura cautelare ai domiciliari il 9 novembre del 2020 avranno portato a rilevare come quella dei domiciliari non fosse più una misura idonea. L'avvocato Carlo Taormina, intanto è «pronto a presentare appello al Riesame, il provvedimento per Gianluca Formisano è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Sono addolorato per la sorte toccata a questo bravo imprenditore, cittadino, ingegnere, una persona perbene che è diventato bersaglio di condotte e comportamenti che non gli appartengono. Sono affranto e molto addolorato». 

 

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Il Mattino