Giornalista in Romania, clochard ad Avellino. Dormiva chissà da quanto tempo sotto il ponte di Piazzetta Perugini, a pochi passi dalle sponde del torrente Fenestrelle:...
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Ma non solo, il giornalista-clochard s'era attrezzato come meglio aveva potuto per tentare di rendere meno sofferta la sua permanenza: all'interno della sua abitazione di fortuna c'era il necessario per dormine una brandina, diverse coperte e qualche cuscino e per mangiare un cucinino a gas con piastra e forno e una bombola, i piatti e le stoviglie. Per lavarsi aveva realizzato un congegno rudimentale che però gli consentiva di raccogliere l'acqua piovana e per riscaldarsi e ricaricare gli apparecchi elettronici aveva addirittura installato un pannello fotovoltaico all'esterno ben esposto ai raggi solari. Tuttavia, come sottolineano i caschi bianchi intervenuti sul posto, «la baracca è in precarie condizioni costituita su due lati da un muro in cemento armato (quello dei piloni del viadotto) e da altri due lati da materiali di recupero, come legno e ferro, con un telo di copertura». Tutt'intorno cumuli impressionanti di rifiuti che rendevano assai precarie anche le condizioni igienico-sanitarie nelle quali l'uomo viveva da chissà quanto tempo e chissà per quale ragione. A quanto pare la sua sarebbe stata una scelta consapevole non dettata da ristrettezze economiche o dalla perdita del lavoro: non è da escludere un'esperienza estrema da raccontare in un reportage per la televisione rumena. Nelle ultime settimane, la presenza è stata notata dai residenti di Piazzetta Perugini e via Zigarelli, che non hanno mai cercato di avvicinarlo ma hanno preferito allertare le forze dell'ordine. Arrivata sulle sponde del torrente, la pattuglia della polizia municipale non ha trovato nessuno all'interno della baracca: solo a seguito dell'attività investigativa è stato possibile identificare il trentunenne che risulta essere residente nella nostra città al civico 49 di via Roma. Come da prassi, è scattato il deferimento all'autorità giudiziaria per invasione di suolo pubblico e già in giornata la baracca del giornalista-clochard sarà sgomberata. «È stato indispensabile il nostro intervento per consentire il ripristino dei luoghi e valutare le condizioni di salute del soggetto coinvolto», dice il colonnello Arvonio. «Non conosciamo prosegue - i motivi che lo hanno spinto a vivere sotto un ponte, ma il nostro compito è quello di tutelare la pubblica incolumità e assicurare condizioni di sicurezza a tutti i cittadini». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino