Stamane compariranno dinanzi al gip i sette componenti della banda di Monteforte Irpino per gli interrogatori di garanzia. I sette indagati, raggiunti venerdì scorso dalla...
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Le violenze fisiche sono state perpetrate nei confronti del pakistano dapprima con delle mazze e poi con il taser, la pistola a scariche elettriche, al fine di imporre il pizzo sull'attività commerciale aperta dalla coppia di pakistani.
Richiesta estorsiva alla quale le vittime si sono rifiutati nel settembre 2018 finendo nelle grinfie dei loro aguzzini. Infatti la banda, all'indomani, dopo essersi rifiutati di cedere alle richieste estorsive, ha organizzato una spedizione punitiva presso l'attività ricettiva gestita dalla compagna del pakistano. Un'escalation di violenza nei confronti del pakistano divenuta in pochi giorni, inaudita e puntualmente denunciata presso la stazione dei carabinieri di Monteforte Irpino. I sette, stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, pretendevano il 20 per cento dei loro guadagni, in cambio della loro protezione. Contro i sette indagati - difesi dagli avvocati Alberico Villani, Gerardo Santamaria, Gaetano Aufiero, Costantino Sabatino, Michele Scibelli, Quirino Iorio e Loredana De Risi - gli inquirenti hanno acquisito anche delle registrazioni audio attraverso le quali i componenti della banda avrebbe mandato, con toni minacciosi, degli avvertimenti: «non farti vedere più ad Avellino, vattene da Monteforte». Inoltre gli inquirenti, dopo la spedizione punitiva subita dal pakistano, rinvennero celati in una siepe, nei pressi di un bar cinque mazze di ferro e un ramo, con ogni probabilità, utilizzati per il pestaggio.
Intanto i militari dell'Arma continuano ad indagare al fine di individuare altri due complici che avrebbero preso parte al tentativo di sequestro del pakistano posto in essere da Gianpiero Aufiero con una pistola puntata contro, privando la coppia della loro libertà, per un lasso di tempo considerevole.
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Il Mattino