Rocca San Felice, il Medioevo nel borgo tra leggende di fantasmi e antichi sapori irpini

Rocca San Felice, il Medioevo nel borgo tra leggende di fantasmi e antichi sapori irpini
«Medioevo a la Rocca, il futuro con gli occhi del passato». Quando ventun'anni fa l'eroismo degli animatori della pro loco di Rocca San Felice diede...

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«Medioevo a la Rocca, il futuro con gli occhi del passato». Quando ventun'anni fa l'eroismo degli animatori della pro loco di Rocca San Felice diede l'avvio all'impresa delle feste medievali neppure si immaginava di fare tanta strada. Invece, edizione dopo edizione, la manifestazione è cresciuta e si è imposta tra le più conosciute rievocazioni storiche della Campania. Da stasera a domenica, dunque, il minuscolo borgo irpino a 750 metri di altezza torna a rappresentare il suo passato all'ombra del castello. E come nelle Canzoni della Cupa di Vinicio Capossela le leggende prendono vita, compresa quella della regina Margherita di Svevia che tra le mura del castello fu tenuta prigioniera. Storia di amore e dolore, quella di Margherita d'Austria, moglie di Enrico di Svevia, figlio dell'imperatore del Sacro romano impero Federico II, che a Rocca - si dice - fosse stato relegato dallo stesso Imperatore perché colpevole di aver assecondato una congiura contro il padre. Ma Enrico morì mentre veniva trasferito tra diverse carceri e la sua sposa, non conoscendo il luogo esatto della sepoltura, vagò tra i manieri irpini nella speranza di ritrovarlo.


E ancora oggi, nelle notti di luna piena, c'è chi avvista Margherita aggirarsi tra le rovine. Come la «Dagarola» di Capossela, «donna innamorata che pazza di dolore si aggira sola, in orari in cui nessuno può vederla». Oggi sarà un convegno su «La Valle d'Ansanto come attrattore turistico» (alle 17,30, sala Gandhi) ad aprire la manifestazione perché «il futuro con gli occhi del passato» vuol dire legare le possibilità di sviluppo alla storia milenaria e alla natura dei luoghi. Dalle 18,30 poi via alle rievocazioni con esibizioni di musici, giocolieri, falconieri e sfide di armigeri. Venerdì ancora spettacoli con, alle 21, il banchetto medievale (necessaria la prenotazione, info: 082745031). Sabato e domenica si fa festa con giullari, saltimbanchi, giocolieri e tanto altro ancora spostandosi tra la piazza e il castello. Nel borgo rinato dalle proprie rovine, come un'araba fenice del post terremoto, tutti i giorni saranno aperte le botteghe del cartaro, del candelaro, del pictore, del ceramico, del vetraro, dell'incisore e, naturalmente, dei sortilegi.


Mentre tra i vicoletti il profumo delle braci accompegnerà i visitatori che potranno assaporare cibi della tradizione, primo tra tutti quel formaggio Carmasciano vero must del gusto. E «chi muore muore, chi campa campa e nu' piatto di maccaruni cu' la carna», si canta nel Paese dei Coppoloni. Info: Pro loco 3476273894. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino