Senza lavoro, si lancia dal balcone: inutili domande e concorsi

Senza lavoro, si lancia dal balcone: inutili domande e concorsi
Un salto nel vuoto per congedarsi da una vita che gli aveva riservato più dolori che gioie , più amarezze che soddisfazioni. Il suo più grande cruccio la...

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Un salto nel vuoto per congedarsi da una vita che gli aveva riservato più dolori che gioie , più amarezze che soddisfazioni. Il suo più grande cruccio la mancanza di lavoro, quel lavoro che chiedeva insistentemente da anni, si era rivolto a tutte le istituzioni presenti sul territorio, senza mai ottenere risposte concrete, solo promesse. Si recava spesso in comune a chiedere un aiuto. E, probabilmente, quando anche l'ultima fiammella di speranza si è spenta in quell'inconscio minato da sofferenze e disillusioni, M.Z 46 anni, non ha retto. Si è lasciato cadere dal balcone della casa popolare di Villaggio La Stampa, dal secondo piano, un balcone- finestra senza sporgenza.


E' accaduto a Lioni sabato sera intorno alle 23,30. I soccorritori della Pubblica Assistenza Ruggiero Della Sala lo hanno rinvenuto privo di vita in una pozza di sangue, sul posto anche i carabinieri della locale stazione. Lascia la moglie ed un bambino di 6 anni. La salma si trova nell'obitorio dell'ospedale di Sant'Angelo dei Lombardi, sarà effettuata l'autopsia per chiarire la dinamica della caduta.

A quanto pare sia per gli inquirenti sia per il medico legale l'ipotesi delsuicidio resta la più credibile. Trattandosi di un balcone senza sporgenza, non regge e non esiste l'ipotesi che possa essere scivolato su una lastra di ghiaccio. Sono già stati fissati i funerali che si svolgeranno martedì mattina alle 10,30 nella chiesa Madre di Lioni.

A segnare la sua esistenza in maniera indelebile un gravissimo incidente stradale più di 20 anni fa , quando era ancora un ragazzo, un bellissimo ragazzo, corteggiato e ammirato. Era il 1995, rimase in coma molto tempo, seguì poi un lungo periodo di riabilitazione. I postumi di quel terribile incidente gli lasciarono uno stato di disabilità, aveva però imparato a convivere e ad accettare la sua diversità, l'andamento claudicante, qualche incertezza nella parola non gli avevano impedito di ritornare alla normalità. Si era sposato, aveva avuto un bimbo, che era la sua più grande gioia, finalmente una benedizione nella sua vita.


Ed in tutti questi anni aveva sempre continuato a cercare un lavoro, perché è il lavoro che da' dignità alla persona, è il lavoro che da' la sicurezza economica e che permette di programmare un presente ed un futuro. Aveva partecipato a vari concorsi nelle liste delle categorie protette, ma c'era sempre qualcuno prima di lui. Chi lo conosceva bene di fronte a questa tragedia racconta che soffriva tantissimo per l'indifferenza delle istituzioni verso la sua situazione. Negli ultimi tempi era diventato più cupo, era molto deluso, non si fidava più di nessuno, dopo tante false speranze e promesse disattese. Magari lassù troverà la serenità che l'esistenza terrena gli ha negato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino