Si facevano fratturare braccia e gambe per truffare l'assicurazione

In sedici sono accusati di concorso in falso ideologico e falso materiale

La truffa alle assicurazioni
Truffa degli incidenti falsi, fissata l'udienza preliminare per sedici indagati. Il pubblico ministero Luigi Iglio ha chiesto il processo per Kevin De Vito, Danilo Porcile,...

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Truffa degli incidenti falsi, fissata l'udienza preliminare per sedici indagati. Il pubblico ministero Luigi Iglio ha chiesto il processo per Kevin De Vito, Danilo Porcile, Samantha Porcile, Salvatore De Vito, Ramona Fierro, Gennaro Cirino, Patrizio Tedesco, Mario Emanuele Tedesco, Giuseppe Testa, William Trerotola, Mariano Zarro, Alfredo Gaita, Roberto Giannattasio, Nello Sirica, Giulio De Rosa e Filomena De Maio.

Il 7 marzo verrà celebrata l'udienza preliminare dinanzi al gup Paolo Cassano. I sedici sono accusati di concorso in falso ideologico e falso materiale, fraudolento danneggiamento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona. Dall'attività di indagine svolta dai militari dell'Arma è emersa l'esistenza di tre distinti gruppi criminali dediti all'organizzazione di una notevole quantità di falsi sinistri stradali, con il concorso di diversi complici, di varia estrazione sociale e professionale.

Stando a quanto emerso dalle indagini i tre gruppi criminali avrebbero organizzato ben 74 falsi sinistri stradali, per un potenziale danno economico alle compagnie assicurative coinvolte pari a circa 600.000 euro (di cui oltre 270.000 euro già liquidati a favore delle false vittime degli incidenti). Le indagini hanno, altresì, consentito di ricostruire l'articolata compagine organizzativa, fatta, appunto, di distinti gruppi criminali, operanti in ambiti diversi, acquisendo indizi di reità nei confronti di 267 persone, ciascuna delle quali con compiti ben precisi.

Gli indiziati assoldavano soprattutto persone in precarie condizioni economiche che erano pronti a subire lesioni di particolare gravità, con la promessa di un considerevole risarcimento assicurativi. In alcuni casi le vittime si facevano spaccare i denti con il tagliaunghie, fratturare gli arti e in casi meno gravi era disposti a farsi provocare ecchimosi, contusioni e abrasioni pur di racimolare pochi soldi. I sodali si avvalevano per la compilazione delle pratiche risarcitorie - di 17 medici (indagati a piede libero con l'accusa di rilascio di attestazioni false circa le lesioni subite dalle vittime), di 3 avvocati (due dei quali inizialmente furono destinatari della misura restrittiva degli arresti domiciliari) e di 2 titolari di studi di infortunistica stradale raggiunti dalla sospensione dell'esercizio dell'attività professionale. Nel medesimo contesto operativo, furono effettuate diverse perquisizioni presso i domicili e gli studi legali riconducibili a due avvocati indagati.
 

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Il Mattino