Sidigas, il Tribunale rigetta la richiesta di dissequestro

Beni ancora vincolati, per circa 35milioni di euro

Vicenda Sidigas, rigettata la richiesta di dissequestro dei beni. Il Tribunale di Avellino, sezione misure reali, in composizione collegiale, presieduto dal giudice Lucio Galeota,...

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Vicenda Sidigas, rigettata la richiesta di dissequestro dei beni. Il Tribunale di Avellino, sezione misure reali, in composizione collegiale, presieduto dal giudice Lucio Galeota, a latere Vincenza Cozzino e Gilda Zarrella, ha rigettato il ricorso con il quale era stato chiesto il dissequestro dei beni, ancora vincolati, per circa 35 milioni di euro, riconducibili a Gianandrea De Cesare. Il sequestro fu disposto nel maggio scorso dopo la dichiarazione di incompetenza territoriale del tribunale partenopeo dove era approdata l'inchiesta. Ma il tribunale di Napoli, dopo un anno di ulteriori indagini effettuate sulla contabilità della Sidigas.com srl ed Enerimpianti srl, evidenziò i reati di autoriciclaggio, omesso versamento dell'Iva e false comunicazioni sociali compiute su Avellino. Dunque rinviò gli atti alla procura avellinese. Quest'ultima, nel maggio scorso, ha provveduto ad iscrivere nuovamente nel registro degli indagati Gianandrea De Cesare, difeso dall'avvocato Claudio Mauriello, nonché Bruno Del Vecchio difeso dall'avvocato Massimiliano Moscariello.

De Cesare, in qualità di legale rappresentante ed amministratore di diritto e di fatto di tutte le società riconducibili al gruppo Sidigas Spa. Mentre Del Vecchio in qualità di amministratore delegato (nominato il 19/12/2012 ed in carica per la durata di tre anni) nonché in qualità di consigliere, di presidente del consiglio di amministrazione ed amministratore delegato rispetto alla Sidigas spa. Ed ancora in qualità di amministratore unico (nominato il 21 dicembre del 2012 e rimasto in carica fino all'approvazione del bilancio avvenuta il 31 dicembre dello stesso anno) rispetto alla Sidigas.com. Carica ricoperta anche nel 2013, dal 18 dicembre fino all'approvazione del bilancio avvenuta il 31 dicembre del 2013. Gli inquirenti contestano ai due indagati, il trasferimento di circa 72 milioni di euro dai conti correnti della Enerimpianti srl in favore della società S.S.F. Scandone Spa, Giada servizi aerei srl, servizi integrati srl, U.S. Avellino 1912 srl. Ma nel corso del lungo interrogatorio richiesto dal legale di De Cesare e svoltosi martedì scorso dinanzi al pubblico ministero Vincenzo Russo, l'ex patron dell'Us Avellino ha chiesto di poter dissequestrare le quote delle società e dunque esser reintegrato alla guida del gruppo.

De Cesare ha chiesto che il sequestro preventivo venga applicato sui gasdotti a garanzia dello stato. Richiesta che inizialmente nel decreto preventivo era stata avanzata dalla stessa procura di Avellino. Sul punto il pubblico ministero Russo - che per ore ha posto tantissime domande a De Cesare - nei prossimi giorni potrà rendere noto il suo parere. Inoltre Gianandrea De Cesare ha ribadito più volte di non volersi sottrarre dall'affrontare un processo, ma difendersi nel processo e dimostrare che le accuse mosse nei suoi sono confronti sono completamente infondate in quanto tante società hanno l'opportunità consentita per legge di gestire le varie società del gruppo con un unico conto corrente. Dunque ha ribadito la ferma volontà di sanare il debito con lo Stato (in parte alcuni debiti con lo stato sono stati saldati) ma di gestire in prima persona le sue aziende prima che vengano dichiarate fallite.
 

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Il Mattino