Vicenda Sidigas, rigettata la richiesta di dissequestro dei beni. Il Tribunale di Avellino, sezione misure reali, in composizione collegiale, presieduto dal giudice Lucio Galeota, a latere Vincenza Cozzino e Gilda Zarrella, ha rigettato il ricorso con il quale era stato chiesto il dissequestro dei beni, ancora vincolati, per circa 35 milioni di euro, riconducibili a Gianandrea De Cesare. Il sequestro fu disposto nel maggio scorso dopo la dichiarazione di incompetenza territoriale del tribunale partenopeo dove era approdata l'inchiesta. Ma il tribunale di Napoli, dopo un anno di ulteriori indagini effettuate sulla contabilità della Sidigas.com srl ed Enerimpianti srl, evidenziò i reati di autoriciclaggio, omesso versamento dell'Iva e false comunicazioni sociali compiute su Avellino. Dunque rinviò gli atti alla procura avellinese. Quest'ultima, nel maggio scorso, ha provveduto ad iscrivere nuovamente nel registro degli indagati Gianandrea De Cesare, difeso dall'avvocato Claudio Mauriello, nonché Bruno Del Vecchio difeso dall'avvocato Massimiliano Moscariello.
De Cesare, in qualità di legale rappresentante ed amministratore di diritto e di fatto di tutte le società riconducibili al gruppo Sidigas Spa.
De Cesare ha chiesto che il sequestro preventivo venga applicato sui gasdotti a garanzia dello stato. Richiesta che inizialmente nel decreto preventivo era stata avanzata dalla stessa procura di Avellino. Sul punto il pubblico ministero Russo - che per ore ha posto tantissime domande a De Cesare - nei prossimi giorni potrà rendere noto il suo parere. Inoltre Gianandrea De Cesare ha ribadito più volte di non volersi sottrarre dall'affrontare un processo, ma difendersi nel processo e dimostrare che le accuse mosse nei suoi sono confronti sono completamente infondate in quanto tante società hanno l'opportunità consentita per legge di gestire le varie società del gruppo con un unico conto corrente. Dunque ha ribadito la ferma volontà di sanare il debito con lo Stato (in parte alcuni debiti con lo stato sono stati saldati) ma di gestire in prima persona le sue aziende prima che vengano dichiarate fallite.