Smog, svolta per Foti: assolto in Cassazione

Smog, svolta per Foti: assolto in Cassazione
Gli sforamenti di polveri sottili in città non hanno mai avuto come responsabile Paolo Foti. L'ex sindaco è stato assolto dai giudici della Corte di Cassazione,...

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Gli sforamenti di polveri sottili in città non hanno mai avuto come responsabile Paolo Foti. L'ex sindaco è stato assolto dai giudici della Corte di Cassazione, dopo che in primo grado ed in appello era stato condannato a quattro mesi di reclusione, seppur con pena sospesa. Finisce così per Foti una vicenda per lui dolorosa andata avanti per anni. Nello stesso processo era già stato prosciolto dalle accuse, per intervenuta prescrizione, un altro ex primo cittadino, Giuseppe Galasso.

La Suprema Corte ha così accolto il ricorso presentato dal difensore di Foti, Nello Pizza, annullando la sentenza di condanna inflitta in primo grado e poi confermata in appello. Il tribunale di Avellino, in composizione collegiale, presieduto dal giudice Sonia Matarazzo, a latere Pierpaolo Calabrese e Michela Eligiato, condannò infatti l'ex sindaco di Avellino per la vicenda delle polveri sottili a piazza Kennedy. Era il 17 maggio del 2021, quanto i giudici accolsero la richiesta avanzata dal sostituto procuratore Roberto Patscot, il quale chiese 4 mesi di reclusione per entrambi gli ex amministratori al tempo finiti alla sbarra degli imputati, in quanto accusati di omissione in atti d'ufficio. Ad avviso della Procura di Avellino, Foti e prima di lui Galasso, in qualità di primi cittadini del capoluogo, non avrebbero provveduto, tra il 2009 e il 2014, ad adottare misure adeguate al contrasto degli sforamenti di Pm10 a tutela della salute pubblica, pur essendo stati sollecitati a più riprese da dirigenti comunali e cittadini.

I difensori dei due ex sindaci, Nello Pizza e Benedetto De Maio, nell'articolata arringa difensiva, chiesero fin dal primo grado l'assoluzione per i loro assistiti in quanto «il blocco del traffico non era l'unico atto da compiere per abbassare il livello di Pm10, non vi era alcun obbligo nell'adottare questo provvedimento, e peraltro si è dimostrato strumento inefficace». Nel corso del dibattimento fu ascoltato in aula anche il consulente di parte Maurizio Galasso, il quale - con un clamoroso colpo di scena - sostenne in aula che i dati sull'inquinamento in città e registrati dalle due uniche centraline attive erano «fallaci in quanto le stesse erano state posizionate ad una distanza inferiore a quella prevista per legge, ovvero 25 metri dalle strade trafficate o dalle fonti di inquinamento». A presentare denuncia in Procura fu la promotrice del comitato Cittadini di Piazza Kennedy, Raffaela Manzo, che insieme a Legambiente, costituitisi parte civile, sono stati rappresentati dall'avvocato Giuseppe Liccardo.

Gli sforamenti contestati furono segnalati dai dirigenti comunali più volte fra il 2009 e il 2013, dopo le registrazioni raccolte dalle centraline ambientali di via Colombo e via Scandone. Da lì il procedimento poi sfociato nel processo, con il proscioglimento di Galasso e la condanna di Foti a 4 mesi con pena sospesa. A quel punto l'avvocato Nello Pizza, difensore di Foti, ha impugnato la sentenza in appello che aveva confermato la condanna. Andando dunque al ricorso per cassazione.

Quindi, la svolta, con i giudici della Suprema Corte che hanno annullato la sentenza di condanna senza rinvio in quanto «il fatto non sussiste». Foti innocente, caso chiuso. «Sono molto soddisfatto sia professionalmente che umanamente ha dichiarato l'avvocato Nello Pizza dopo la lettura del dispositivo di sentenza con il quale è stato assolto il suo assistito Professionalmente in quanto sono stato sempre convinto che nessun reato era ipotizzabile a carico di Paolo Foti in questa vicenda. Umanamente sono soddisfatto perché l'ex sindaco Foti non meritava questa condanna, una persona perbene che ha sempre operato nel rispetto della legge e nell'interesse dalla comunità che ha amministrato».

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Il Mattino