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Nulla di fatto. O quasi. Il consiglio comunale monotematico, ieri pomeriggio a Solofra, per discutere della soppressione del pronto soccorso dell'ospedale Landolfi, serve a poco. O a nulla. A parte un documento finale, da inviare alla Regione, per ribadire il no ai tagli, nessun vero passo in avanti nella battaglia del sindaco Michele Vignola, che non ha la possibilità di confrontarsi né coi manager sanitari irpini, Renato Pizzuti e Maria Morgante (assenze annunciate il giorno prima), né con la frangia ostile dei consiglieri regionali irpini: i banchi riservati al presidente della commissione regionale Sanità Enzo Alaia (Italia viva) e a Maurizio Petracca (Pd) restano vuoti. L'esponente democrat invia un messaggio (letto dal presidente del consiglio comunale Francesco Filodemo) con in quale giustifica l'assenza (motivi di salute) e ribadisce la sua posizione: «Non c'è nessuna volontà da parte della Regione di depotenziare il plesso ospedaliero di Solofra, anzi l'intenzione è di portarlo verso l'alta specializzazione. Capisco le preoccupazioni dei livelli istituzionali, ma un pronto soccorso senza il supporto necessario di altri reparti, come è quello di Solofra, non può funzionare. Quindi invito i rappresentanti istituzionali a riflettere su questi aspetti».
All'assise allargata non prendono parte nemmeno Rosa D'Amelio, consigliera regionale alle Pari opportunità, il presidente della Provincia Domenico Biancardi e il sindaco di Montoro Girolamo Giaquinto (quest'ultimo, impegnato in una riunione presso il suo Comune, invia a Solofra l'assessore alle politiche sociali Maria Rosa Lepre).
Per assenza delle controparti, l'assemblea si risolve in un confronto autoreferenziale col sostegno, ormai noto, degli altri due consiglieri regionali eletti in provincia di Avellino, Vincenzo Ciampi (Movimento 5 Stelle) e Livio Petitto (Davvero), che pure tiene sulle spine un po' tutti arrivando in aula con un'ora di ritardo.
Presenti il sindaco di Avellino Gianluca Festa, quello di Serino Vito Pelosi e il vicesindaco di Monteforte Irpino Martino Della Bella (in rappresentanza del Comitato dei sindaci dell'Asl). «La città capoluogo è al fianco di Solofra in questa battaglia», assicura Festa instaurando un insolito asse con Vignola (i rapporti tra i due non sono mai stati idilliaci). «Il pronto soccorso dell'ospedale di Avellino prosegue Festa è già oberato di lavoro e senza il Landolfi la situazione potrebbe precipitare diventando ingestibile».
Convitato di pietra, il presidente della Regione Vincenzo De Luca (che, al netto di Ciampi, tutti si guardano bene dal nominare) che il 19 maggio scorso con la sua giunta ha approvato la delibera 201 con la quale si rimodula, al ribasso, l'offerta sanitaria del plesso della cittadina conciaria (di competenza dell'Azienda ospedaliera Moscati dal 2018 in conseguenza del tanto discusso decreto regionale 29) prevedendo la sostituzione del pronto soccorso con un punto di primo di intervento (una struttura con funzioni limitate alla stabilizzazione del paziente), la soppressione di tre reparti (Ginecologia, Pediatria e Odontoiatria) e la cancellazione di una cinquantina di posti letto (spostati nella città ospedaliera di Avellino).
Vignola nella sua requisitoria iniziale accusa il diggì Pizzuti: «È stata la direzione strategica dell'Azienda ospedaliera Moscati a chiedere alla Regione di modificare l'offerta sanitaria del Landolfi, chiedendo di mettere mano al decreto 29, quello con il quale nel 2018 fu sancita l'annessione del nostro plesso, prima di competenza dell'Asl, a quello di Avellino. Il decreto 29 prevedeva per Solofra un potenziamento di alcune attività, come la lungodegenza e la Medicina del lavoro, e non faceva alcun cenno alla soppressione del pronto soccorso». Che, a questo punto, difficilmente sarà scongiurata. Il tempo a disposizione è davvero poco: entro la fine del mese sarà varato il nuovo atto aziendale dell'Azienda Moscati con il quale sarà ratificato quanto previsto nella delibera 201.
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