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Ora tocca all'antico Castello longobardo. Le lancette corrono in questo caso quelle del cronoprogramma dei fondi Pics e l'amministrazione comunale deve spenderli entro il 31 dicembre dell'anno prossimo. Per questo, in tempi abbastanza rapidi da quando la Regione ha sbloccato la riprogrammazione delle risorse, il Comune ha affidato il progetto di riqualificazione interna ed esterna dei ruderi, che da almeno 10 versano in uno stato di triste abbandono.
Tra le macerie dell'eterno cantiere dell'agorà. Il progettista, è emerso ieri nel corso della commissione Fondi europei, presieduta da Antonio Cosmo, è stato scelto con l'affidamento diretto, al costo di 66.000 euro, e dovrà realizzare a stretto giro, prima, il progetto definitivo, e poi, quello esecutivo. Nel primo caso, il frutto del suo lavoro dovrà pervenire all'ente entro 45 giorni. Come dovrà risorgere dalle proprie ceneri il maniero è stato già deciso dall'amministrazione comunale: lo studio di fattibilità col quale sono giunti gli 800.000 euro che saranno investiti prevede, infatti, la realizzazione di una sala multimediale «immersiva» ed espositiva dei prodotti dell'Area Vasta, all'interno del locale di 50 metri quadrati in passato adibito a cisterna del castello. Ogni passo, evidentemente, andrà condotto d'intesa con la Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici. Il progetto tiene dentro il ripristino della pavimentazione e una nuova illuminazione.
E' prevista ovviamente la pulizia degli spazi esterni.
A due passi dai ruderi del maniero, procede - finalmente a passo spedito - la riqualificazione della metà della piazza che fino a pochi mesi fa era rimasta ostaggio di un contenzioso tra il Comune e l'impresa Cogepa. Raggiunto l'accordo, a settembre si è ripartiti. E la nuova pavimentazione comincia a fare capolino: pietra lavica bocciardata intervallata da fasce in pietra calcarea chiara, da una parte. Stessa trama ma intrecci diversi, dall'altra. Ai lati della piazza, al di fuori dall'appalto, è prevista una zanella in pietra calcarea chiara, con caditoie al centro per l'acqua piovana. Il cronoprogramma affisso sul cantiere dice che i lavori finiranno a luglio 2023. Salvo nuovi intoppi, si intende. Per l'amministrazione e, in questo caso soprattutto per gli uffici che seguono gli appalti, non ci sono molte alternative se non pressare le imprese a correre verso il risultato. Tornando ai progetti «Pics», in poco più di un anno, bisogna affidare e concludere - qui è dura - l'intervento di restyling della Dogana, fare altrettanto con Palazzo De Peruta, e condurre in porto progetti complessivi per oltre 17 milioni di euro, Finanziati ormai 3 anni fa. Obiettivo difficile se non proprio impossibile.
fla. co.
Il Mattino