Quasi 800 giorni dopo il tragico incidente del bus turistico che, la sera del 28 luglio 2013, precipitò dal viadotto Acqualonga della A16 Napoli-Canosa nel comune di Monteforte...
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Quindici gli imputati: tra loro Gennaro Lametta, il titolare dell'azienda che noleggiò il bus caduto dal cavalcavia, accusato di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e falso in atto pubblico in concorso con due funzionari della Motorizzazione civile di Napoli, Vittorio Saulino e Antonietta Ceriola, che secondo la Procura avrebbero falsificato la pratica di revisione del bus pochi giorni dopo l'incidente. Avvisi di conclusione delle indagini anche per Giovanni Castellucci, ad di Autostrade per l'Italia, Riccardo Mollo, ex direttore generale, funzionari e dirigenti di Autostrade per l'Italia. Lunghe le indagini, svolte tra sopralluoghi sul viadotto Acqualonga, la cui corsia in direzione Napoli è rimasta a lungo chiusa dopo l'incidente, e perizie come quella grafologica sul certificato che affermava l'avvenuta revisione del bus che ne ha affermato la non autenticità. La tragedia sconvolse la comunità di Pozzuoli (Napoli), città di provenienza di gran parte dei passeggeri del bus che il 28 luglio 2013 stavano tornando da Pietrelcina. Pesantissimo il bilancio: 40 vittime, tra chi perse la vita quella sera e chi nei giorni seguenti, a causa delle gravissime ferite.
Nel Palazzetto dello sport di Monterusciello, frazione di Pozzuoli, il 30 luglio 2013 furono celebrati i funerali celebrati dal vescovo Gennaro Pascarella alla presenza dell'allora presidente del Consiglio, Enrico Letta, e dei ministri dell'Ambiente Andrea Orlando e delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo.
Il Mattino