Tampone falso per entrare nella Polizia Penitenziaria

Tampone falso per entrare nella Polizia Penitenziaria
Un certificato sanitario che garantiva la negatività del tampone senza necessità di eseguire l'esame. L'assicurava il titolare di una società di...

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Un certificato sanitario che garantiva la negatività del tampone senza necessità di eseguire l'esame. L'assicurava il titolare di una società di sicurezza e igiene sul lavoro, la Mab security srl di Monteforte Irpino, che - secondo il magistrato - falsificava i certificati di un laboratorio d'analisi privato di Mugnano del Cardinale. Il tutto per consentire ad una aspirante agente di custodia di Avellino di partecipare al corso presso la scuola di formazione per personale dell'amministrazione penitenziaria a Portici.


«Ho pensato anziché di dirlo a Martino io lo direi ad Alessio, magari ci fa un certificato senza neanche fare il tampone», dice l'uomo intercettato. Il miraggio dell'esame da «passare» per entrare nel corpo degli agenti di custodia valeva bene quell'ulteriore strappo alla regola. Dato che - come accertato dal magistrato - l'accesso ai concorsi e il loro superamento era subordinato al versamento di mazzette. È lo spaccato che apre l'ordinanza di custodia cautelare del Gip del tribunale di Napoli Federica Colucci che ha portato ai domiciliari Alessio Iannillo, 32 anni, titolare del laboratorio, Giovanna Nazzaro, 29 anni, aspirante agente di polizia penitenziaria e Maurizio Russo, consigliere nazionale dell'organizzazione sindacale della polizia Penitenziaria Uspp (egli stesso agente di polizia penitenziaria), accusato nel filone principale dell'inchiesta di garantire, dietro consegna di denaro, il superamento delle prove di concorso psicoattitudinali per l'arruolamento nella polizia penitenziaria. Quel certificato era indispensabile, anche perché Russo spiega, a mo' di giustificazione a quella sua iniziativa: «Non voglio che malauguratamente facesse il tampone non vorrei che esca positivo». E Iannillo dice di sì, tanto che gli investigatori trovano un Pdf nella segreteria della scuola con la certificazione di negatività al covid 19 di Nazzaro Giovanna del laboratorio di Analisi cliniche di Mugnano effettuati l'8 gennaio, il 12 febbraio, l'8 maggio e il 21 giugno 2021 anche se nel laboratorio risulta che Nazzaro ci sia andata solo due volte il 1° ottobre del 2020 e l'8 gennaio del 2021. Per la procura i certificati prodotti sono falsi. In realtà il titolare del laboratorio non era a conoscenza del traffico di certificati che faceva Iannillo.

Iannillo, secondo la ricostruzione della procura, «produceva al laboratorio di Analisi chimico cliniche e batteriologiche di Schettino Martino e C. snc sito in Mugnano del Cardinale, test negativi non riferibili alla Nazzaro, così inducendo in errore il titolare del predetto laboratorio che rilasciava attestazioni di negatività alla Nazzaro che in realtà non aveva mai effettuato tamponi». Russo d'intesa con Kevin Matarazzo, 23 anni, suo collaboratore avellinese, che era deputato alla gestione dei compensi economici, si faceva promettere denaro per il rilascio di certificati e attestazioni per dattilografia e certificati informatici europei Eipass o di lingua B 2. In una intercettazione Russo rammentava al collaboratore: «I prezzi già li conosce...300 per il B2 e 200 per il l'Eipass». Ma la procura ritiene che i due erano in grado di fare certificazioni di svariato tipo, da quelle per la guida del muletto alla dattilografia. Nella vicenda delle mazzette al concorso per diventare basco azzurro, anche altri irpini.

C'è Pellegrino Catania ai domiciliari perché ha promesso o ceduto denaro a Maurizio Russo somme per il superamento di prove concorsuali. Nel linguaggio cifrato in uso nell'organizzazione non si parla mai di denaro ma di bottiglie di vino, che passavano in «cartoni da 10 bottiglie» per volta. Ad operare ad un livello superiore Enrico Spena, sovrintendente di polizia penitenziaria in servizio presso l'ufficio della sicurezza e delle traduzioni ubicato all'interno del nuovo palazzo di giustizia di Napoli. Con Russo, Spena «chiedeva somme di denaro a genitori che cercavano di garantire l'arruolamento dei figli nel corpo di polizia penitenziaria». Nella sede del sindacato guidato da Russo, a Monteforte, nello scorso mese di maggio, i carabinieri avevano trovato 8000 euro nel momento in cui tre persone, il padre con il figlio in compagnia del suocero, stavano consegnando la somma «quale prezzo della corruzione». L'indagine del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, coordinato dalla Procura di Napoli, ha fatto luce su episodi di corruzione avvenuti tra la fine del 2020 e la prima metà del 2021. Errico Spena e Maurizio Russo sono già detenuti per analoghi fatti. Complessivamente sono 19 gli indagati. Per 14 il giudice ha disposto altrettante misure cautelari: 2 in carcere e 12 ai domiciliari.
 

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Il Mattino